Tripletta di Rick Santorum nei tre caucus di ieri per la nomination alle presidenziali Usa del 6 novembre per il partito repubblicano. L’exploit dell’italo americano provoca un mezzo terremoto politico all’interno del partito repubblicano che ancora non riesce a trovare un candidato forte da opporre ad Obama. Per Mitt Romney una sonora sconfitta che lo obbliga a rivedere la strategia per i prossimi appuntamenti elettorali. Martedì notte, ribatezzato mini-super Tuesday, l’ex senatore della Pennsylvania ha fatto cappotto in tutti e tre gli Stati chiamati al voto. Santorum si è imposto in Missouri, Minnesota e, di misura, ha strappato il Colorado a Mitt Romney. Lo staff dell’ex governatore del Massachuttes minimizza la batosta, parla di un incidente di percorso e ricorda che non si può vincere ovunque. Ricordava che lo stesso John McCain, 4 anni fa, perse in ben 19 stati. Ma ieri sera è stato diverso: a far male al front-runner è la dimensione della sconfitta, sinora netta. Proprio nel Minnesota, 4 anni fa, Romney sconfisse McCain: all’epoca lui era il candidato ‘estremista’ che si batteva con ‘il moderato’. Stavolta le parti si sono invertite. E Santorum, il candidato italoamericano ha avuto la meglio. Il giorno della verità per la nomination repubblicana, dove si capirà chi sfiderà il presidente uscente, sarà il supermartedì del prossimo 6 marzo. Quel giorno andranno al voto 10 stati e saranno aggiudicati 476 delegati. Nei tre stati chiamati al voto ieri i delegati in gioco erano 76.
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