Oggi è  la festa dei lavoratori ma non è la festa dei giovani lavoratori perchè, oggi, il lavoro per i giovani non c’è.  Giovani che vengono obbligati a trasferirsi all’estero. Giovani italiani che inseguono in altri paesi  sogni e speranze.

Il rapporto Migrantes rende noti i numeri. Sono 107.529 i connazionali espatriati nel 2015. Rispetto all’anno precedente 6.232 persone si sono iscritte all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero. Un incremento del 6.2%. Giovani alla ricerca di un futuro migliore, di un lavoro e di una stabilità economica. Giovani tra i 18 e i 34 anni (39.410, il 36,7%). La terra promessa è la Germania (16.568), mentre Lombardia (20.088) e Veneto (10.374) sono le regioni da cui più giovani sono scappati.

.Dieci anni fa i connazionali all’estero erano poco più di 3 milioni. Oggi in Argentina, Germania e Svizzera le comunità che accolgono italiani sono diventate sempre più numerose. Le variazioni più significative degli ultimi 11 anni hanno riguardato la Spagna (+155,2%) e il Brasile (+151,2%). A oggi oltre la metà dei cittadini all’estero (53,8%) risiede in Europa (oltre 2,5 milioni), mentre il 40,6% in America. Il 50,8% è originario del Sud Italia. Le donne sono il 48,1%.

Un Italia che sta perdendo giovani promettenti con pochi interventi a favore dei giovani. Si lascia l’Italia o per studiare l’inglese o per fare ricerca o per cercare lavoro. Lasciare un Paese per scelta, è ben diverso da essere messi nelle condizioni di doverlo fare.

La fuga dall’Italia, dove i padri stanno meglio dei figli e  dove la laurea non basta più per aprire le porte e dove scappano le risorse più preziose, i giovani.

E’ necessario riavviare l’avvicendamento lavorativo e l’ascensore sociale perché non basta quella mediazione rappresentata da lavori senza prospettiva per i giovani,  e di supplenza degli anziani sul fronte del welfare familiare, che offrono  guadagni miseri che non garantiscono nemmeno il soddisfacimento dei bisogni elementari.