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“Oggi ci chiediamo: ma Marcello Dell’Utri è un capace uomo d’affari, un intellettuale raffinato o è quello che ci hanno descritto 40 collaboratori di giustizia, un uomo che avrebbe riciclato denaro di Cosa nostra investendo tramite Silvio Berlusconi in Milano 2? O che avrebbe posto sotto protezione Berlusconi contro i sequestri, con una generica mediazione tra il mondo imprenditoriale di Berlsuconi e gli interessi economici di Cosa nostra? Ci troviamo di fronte a una vittima di 20 di attività giudiziaria o ci troviamo di fronte a un uomo che nel male ha vissuto e che ha inquinato la vita imprenditoriale di questo paese rafforzando gli interessi di Cosa nostra?”. Con queste parole è iniziata la requisitoria del pg Luigi Patronaggio nel processo a carico del senatore, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il pg sta ripercorrendo le tappe del processo “che dura da sedici anni”, ricordando la condanna di primo e secondo grado e l’annullamento con rinvio della Corte di Cassazione. Ha citato le dichiarazioni del pentito Francesco Di Carlo che accusa l’imputati, oggi assente in aula. Patronaggio ha ricordato anche la figura dello ‘stalliere’ di Arcore, Vittorio Mangano. “Una vicinanza con Vittorio Mangano che Dell’Utri non ha mai disconosciuto, un senatore che definisce Mangano un ‘eroe’ – dice – aveva la possibilità di prenderne le distanze in questo processo, ma non l’ha fatto. Al contrario. ha ribadito che è un ‘eroe’”. “La Corte di Cassazione mantiene come punto fermo del processo Dell’Utri il fatto storico che Silvio Berlusconi ha pagato, con l’intermediazione di Dell’utri e Cinà delle somme variabili da 200 a 500 milioni di lire per una protezione. Si è trattato del pagamento di una tangente per una generics protezione, non solo per la cosiddetta ‘messa a posto’ delle antenne”. Lo ha detto il pg di Palermo Luigi Patronaggio proseguendo la sua requisitoria nel processo a carico del senatore del Pdl accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
