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Berlusconi: condanna confermata. “E’ accanimento giudiziario. Resto in campo”

La Cassazione ha confermato la condanna d’appello a 4 anni di reclusione per Silvio Berlusconi e rinviato alla Corte d’Appello di Milano per rideterminare l’interdizione.   Nel processo Mediaset la Suprema Corte  infatti stabilito che dovra’ essere rifatto un processo d’appello bis a Milano nei confronti di Silvio Berlusconi solo per rideterminare la durata dell’interdizione in base a quanto previsto dal decreto legislativo 74 del 10 marzo 2000, che ha stabilito una “nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”. Stabilisce l’art. 12 del decreto legislativo che, in caso di condanna per frode fiscale si applica, come pena accessoria, “l’interdizione dai pubblici uffici per un periodo non inferiore ad un anno e non superiore a tre anni”. I giudici di Milano, censurati sul punto dalla Cassazione, avevano, invece, applicato le disposizioni generali in materia di interdizione dai pubblici uffici (art. 28 del codice penale), le quali, tra l’altro, stabiliscono che ”la condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a tre anni importa l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni”, quanti ne erano stati previsti per il Cavaliere sia in primo che in secondo grado.

La Corte di Cassazione ha rigettato inoltre i ricorsi di Daniele Lorenzano, Gabriella Galetto e Frank Agrama, coimputati del Cavaliere nel processo Mediaset. Nei loro confronti, dunque, la sentenza di condanna d’appello diventa definitiva.

Berlusconi: E’ accanimento giudiziario. Silvio Berlusconi affida ad un video messaggio la sua difesa dopo la sentenza della Cassazione. E accusa una parte della magistratura di ‘accanimento giudiziario’ nei suoi confronti. “Nessuno può comprendere la carica di violenza che mi è stata riservata in seguito ad una serie di accuse e processi” che non avevano fondamento: è un “vero e proprio accanimento giudiziario che non ha uguali”. “Dal ’92-’93 – dice il Cavaliere –  c’è stata un’azione condizionata e fuorviante da parte della magistratura che ha preteso di assurgere un ruolo rinnovamento morale in nome di una presunta innovazione etica”. “In cambio di un impegno di 20 anni quale è il premio? Accuse sul nulla e una sentenza, continua ancora l’ex presidente del consiglio, mi toglie la libertà e i miei diritti politici”. La sentenza mi rende sempre più convinto che “una parte della magistratura sia un soggetto irresponsabile” una “variabile incontrollabile, con magistrati non eletti dal popolo, che è assurta a vero e proprio potere dello Stato che condizionato permanentemente la vita politica”. “Dobbiamo continuare la nostra battaglia di libertà restando in campo” e chiamando a raccolta “i giovani migliori e le energia migliori” e insieme a loro rimetteremo in piedi Forza Italia”. “Diremo agli italiani di darci la maggioranza per modernizzare il Paese a partire dalla più indispensabile che è quella della giustizia per evitare che un cittadino sia privato della libertà”.

 Pidiellini delusi. Un piccolo boato di esultanza si e’ levato dal gruppetto di sostenitori di Silvio Berlusconi  durante la prima parte della lettura della  sentenza della Corte di Cassazione per il processo Mediaset. Dietro le transenne di piazza del Gesu’ i manifestanti gridano “Silvio-Silvio”.  Dopo la gioia iniziale, però,  hanno ripiegato le bandiere nel momento in cui i giudici della Suprema Corte hanno confermato la condanna per Silvio Berlusconi per frode fiscale. Il gruppetto ha smesso anche di gridare ‘Silvio, Silvio’ ed e’ rimasto in silenzio dietro le transenne di Piazza del Gesu’.

 

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