Sprint finale per gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, legali di Berlusconi, che hanno aperto l’udienza di oggi, l’ultima del processo Mills. Ghedini e Longo dovranno dunque giocarsi la carta finale, nel tentativo di guadagnare l’assoluzione del proprio assistito. La parola passerà poi al pm Fabio De Pasquale, dopodiché i giudici si ritireranno in camera di consiglio per decidere il verdetto. Il pm ha chiesto di condannare Berlusconi a cinque anni di carcere. L’ex premier , tuttavia, al momento è assente e da quanto si è saputo non dovrebbe, salvo cambi di programma dell’ultimo minuto, presentarsi in aula. Ora sta parlando l’avvocato Niccolò Ghedini che insieme al collega Piero Longo difende l’ex presidente del Consiglio. Entro fine mattinata è prevista la conclusione dell’arringa dei legali poi i giudici entreranno in Camera di Consiglio per la sentenza.
Secondo la Procura di Milano, Berlusconi verrà condannato. Tale opinione contrasta però con le previsioni, che indicano invece come ipotesi più plausibile quella della prescrizione. Teso avvallata anche dalla storia del processo, che ha visto, esattamente il 25 febbraio 2010 , la Cassazione pronunciare la sentenza definitiva sul legale inglese sancendo la prescrizione. E di questo’opinione, sarebbe anche il collegio presieduto da Francesca Vitale, affiancata da Caterina Interlandi e Antonella Lai, che hanno verificato che il tempo per giudicare il leader del Pdl, accusato di corruzione in atti giudiziari, sia già abbondantemente scaduto (alla metà di febbraio).
L’ipotesi meno probabile è, invece, quella dell’assoluzione, in quanto sul processo al Cavaliere influisce anche il giudizio di colpevolezza nei confronti di Mills espresso nei primi due gradi (condanna a 4 anni e mezzo di carcere) e poi confermato nelle motivazioni dalla Cassazione. Quest’ultima aveva riconosciuto con molta nettezza, pur considerandolo prescritto, il fatto storico della corruzione di Mills da parte di Silvio Berlusconi.
Tuttavia, nel caso in cui se i giudici decidessero per la prescrizione, il Pm potrà (e ciu si aspetta che lo faccia), ricorrere in Cassazione.
Oggi dunque si assisterà all’epilogo di un processo cominciato nel 2007, che ha visti imputati Berlusconi e Mills, con lo stesso capo d’accusa: corruzione in atti giudiziari.
La Storia – David Mills, consulente della Fininvest per la finanza estera inglese, è stato condannato in primo e secondo grado per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza in favore di Silvio Berlusconi nei processi Arces (tangenti alla Guardia di Finanza) e All Iberian.
Questo processo è scaturito dallo stesso avvocato Mills, il quale aveva scritto una lettera al suo commercialista, Bob Drennan. Nella lettera, Mills dichiarava che Berlusconi aveva versato in nero sul suo conto in Svizzera, tramite il suo dirigente Carlo Bernasconi, 600.000 dollari. Il versamento sarebbe stato dovuto alle testimonianze rese dinanzi al tribunale di Milano dove, nel processo per corruzione alla Guardia di Finanza e nel processo dei fondi neri di All Iberian, dove però Mills fu ascoltato in qualità di accusatore. Dice testualmente Mills al suo commercialista “Ho tenuto fuori Mr B. da un mare di guai” , ma questa affermazione viene in seguito valutata dalla giustizia inglese come un tentativo di sviare la reale origine dei soldi. A Londra, il commercialista Drennan, letta quella lettera, denuncia il suo cliente al fisco inglese per corruzione ed evasione fiscale.
Mentre il fisco di Mills non crede a questa versione, ritenendola un escamotage per evadere le tasse, e lo condanna a pagare una somma pari a 230.000 sterline tra tasse, sanzioni e interessi in relazione all’accertata evasione fiscale, la magistratura inquirente italiana prese questa affermazione molto più sul serio tanto da innescare il processo contro l’avvocato inglese, dal quale la posizione di Silvio Berlusconi è stata stralciata per scavalcare il Lodo Alfano, che congela i processi per le quattro alte cariche dello Stato, fra cui il Presidente del Consiglio, fino a mercoledì 7 ottobre 2009, data nella quale la Corte Costituzionale ha affermato l’illegittimità del Lodo.
Il 20 gennaio 2009 scrive un memoriale nel quale porge “profondissime scuse” a Silvio Berlusconi in quanto “vittima dei miei errori”. “Ho fatto degli errori, ho condotto male i miei affari e ho causato molti fastidi e delle persone che non hanno in nessun modo meritato un tale guaio. Ma non sono mai stato corrotto da nessuno”, scrive Mills nel suo memoriale.
Il 7 febbraio 2009 è stato condannato dal tribunale di Milano a 4 anni e 6 mesi per aver ricevuto 600.000 dollari versati sul suo conto da Silvio Berlusconi, attraverso il manager Carlo Bernasconi, per testimoniare due volte il falso nell’ambito di due processi in cui era imputato Silvio Berlusconi. Il legale è stato inoltre interdetto per 5 anni dall’esercizio dei pubblici uffici e condannato a risarcire 250 000 euro alla presidenza del consiglio, costituita parte civile. Il 19 maggio 2009 sono state depositate le motivazioni della sentenza.
Nel luglio 2009 viene presentato l’appello da parte dei legali di Mills si contesta la tesi secondo la quale la corruzione di cui si sarebbe reso responsabile Mills avrebbe anche compreso il reato di riciclaggio.
Il 27 ottobre 2009, la Corte d’Appello di Milano ha confermato in toto la sentenza di primo grado, rigettando e ritenendo infondate tutte le doglianze presentate dai legali dell’avvocato Mills. Contro la sentenza della Corte d’Appello i legali di Mills hanno subito annunciato il ricorso per Cassazione.
A metà novembre 2009, vengono pubblicate le motivazioni della condanna: corruzione in atti giudiziari “susseguente” e non “antecedente” alle testimonianze, ritenute false e reticenti, rese nell’intento di favorire Silvio Berlusconi . A comprova – continuano le motivazioni – sono elementi certi: “un compenso di 600mila dollari e la promessa di tale compenso nell’autunno 1999. Elementi che si collocano temporalmente in epoca successiva rispetto alle deposizioni testimoniali di Mills, e da essi non si può pertanto prescindere per valutare la qualificazione del tipo di corruzione”.
Il 25 febbraio 2010 la Corte di Cassazione ha accolto la richiesta del procuratore generale, annullando senza rinvio per intervenuta prescrizione del reato la sentenza di condanna ma riconoscendo colpevole Mills di danno di immagine allo stato e rigettando quindi il ricorso della difesa contro il risarcimento danni di 250.000 euro alla Presidenza del Consiglio (parte civile nel processo), imposto nei due gradi di giudizio precedenti. La prescrizione è stata prodotta da una differenza di circa tre mesi nel calcolo della data di compimento del reatoe dalla riduzione dei termini di prescrizione data dalla legge ex Cirielli.
Il 22 dicembre 2011 Mills, ascoltato in qualità di testimone durante il processo a Berlusconi afferma che i 600.000 dollari non provengono da Silvio Berlusconi, bensì dall’armatore Attanasio. Fu solo per sottrarli al fisco inglese che Mills disse di averli ricevuti da un dirigente del Gruppo di Berlusconi, Bernasconi, che essendo morto all’epoca della dichiarazione non poteva smentire (Fonte Wikipedia).