Continua la storia infinita, nuova udienza per il processo ‘Ruby 2’. Questa mattina sulle ‘passerelle’ della V sezione penale del Tribunale di Milano, ha ‘sfilato’ Nicole Minetti, imputata insieme ad Emilio Fede e Lele Mora. Per i tre, i pubblici ministeri hanno chiesto 7 anni di reclusione, per il reato di favoreggiamento ed induzione della prostituzione. L’ex consigliera regionale, ha deciso di fare delle dichiarazioni spontanee e per non deludere i suoi amati cronisti, ha detto: “Sto una favola, sto benissimo, la politica non mi manca”.
Si sa che il Cavaliere ha il suo fascino e sembrerebbe che dietro di sé lasci una scia infinita di donne che lo ‘desiderano’ e che lo amano, tra questa non poteva mancare l’igienista dentale che proprio non riesce a dimenticarlo e lo ha affermato anche nelle dichiarazioni spontanee: “Ho amato Berlusconi di amore sincero e non ho mai invitato nessuno alle sue feste”. Oltre ad esser una brava ‘amatrice’ è anche brava a negare l’evidenza visto che, nelle passate intercettazioni lei riferisce ad una delle ‘olgettine’ di esser in compagnia di molte ragazze. Ha sottolineato che “era chiaro, avendo noi una relazione sentimentale, che egli sarebbe stato felice di aiutarmi”, visto la generosità del Cavaliere, sembra che in questo processo siano tutti buoni e che nessuno ha agito per nascondere qualcosa o per approfittare del loro ‘potere’, “avevo espresso il desiderio di cimentarmi in politica e quasi per caso, si presentò un’occasione importante durante la preparazione delle liste per le elezioni del Consiglio Regionale in Lombardia: il presidente mi disse che don Verzé, l’allora rettore del San Raffaele, avrebbe avuto piacere di avere un esponente del suo istituto all’interno del Consiglio e siccome lo stesso Don Verzé in più occasioni si era espresso con giudizi lusinghieri nei miei confronti venne quasi spontaneo pensare a me”. Eh si fu una cosa spontanea, sarebbe malizioso pensare ad altro. “È inutile dire, continua l’imputata, che con una gioia pari alla inconsapevolezza decisi di accettare la proposta”.
Abbronzata e in giacca nera, Minetti ha continuato sostenendo “vorrei anzitutto dire che questa storia ha scatenato su di me e solo su di me, una feroce campagna di diffamazione portata avanti da giornali, tv e web senza precedenti, fondata su cattiveria e malvagità sulla cui origine bisognerebbe indagare”. “La ricostruzione delle vicende da parte della pubblica accusa legate al caso ‘Ruby 2’ , è fondata su un malcelato moralismo. Continua Nicole, “spero che qualcuno un giorno riesca a spiegarmi cosa ho fatto. I fatti contestati sono sideralmente lontani da ciò che è accaduto”.
Come sa esser brava lei non lo è nessuno. La signorina, poi continua facendo sfoggio delle sue doti di prodigalità e magnanimità: la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 l’affidamento dell’allora minore Ruby all’ex consigliere regionale Nicole Minetti fu “ancora una volta un atto di generosità, pensavo di fare del bene”.
Inoltre per quanto riguarda l’età di Ruby, riferisce che “solo in quell’occasione la ragazza si è rivelata essere minorenne”. Minetti spiega poi di aver conosciuto Ruby per la prima volta il 14 febbraio 2010: “Non ho mai avuto modo di pensare, come gli altri, che avesse un’età diversa da quella che dichiarava”. Quanto ai 122 contatti telefonici con lei, contestati dall’accusa, l’ex consigliera li esclude “categoricamente”.
Dopo le parole dell’igienista dentale, è il momento di Emilio Fede, che non perde tempo a parlare dinanzi alla Corte, ma preferisce scrivere una lettera: “Mi limito a ricordare che di fronte a voi ci sono, con tutti i loro diritti e doveri, esseri umani e che, come tali, non dovrebbero essere sottoposti a mortificazioni al di là di quelli che sono ancora reati presunti”. “Assaggiatore, scene orgiastiche, situazioni bacchiche, prosegue, offrono una triste e aberrante descrizione della realtà, offendono l’imputato che ha sempre e comunque il diritto costituzionale alla presunzione d’innocenza”.