Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza (S) durante la riunione nella sede della Protezione Civile sull'emergenza coronavirus, Roma, 6 febbraio 2020. ANSA/FILIPPO ATTILI UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI +++ NO SALES EDITORIAL USE ONLY +++ 

Procura di Bergamo: Conte e Speranza interrogati il 10 maggio per epidemia colposa

Entra nel vivo l’inchiesta avviata dalla Procura di Bergamo per la gestione della pandemia visto che mercoledì 10 maggio Giuseppe Conte e Roberto Speranza saranno interrogati dal Tribunale dei ministri di Brescia. L’ex premier ed ex ministro della Salute sono entrambi indagati a tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia di Covid che, tra febbraio e aprile 2020, ha sconvolto Bergamo e provincia.

Gli atti della procura di Bergamo, che ha condotto l’inchiesta per epidemia colposa e sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro, sono stati trasmessi ai colleghi bresciani che a loro volta li hanno trasmessi al Tribunale dei ministri, presieduto dalla giudice civile Maria Rosa Pipponzi e composto da altri due giudici civili.

Sono in tutto 19 gli indagati dalla Procura guidata da Antonio Chiappani nell’inchiesta sulla gestione della pandemia a Bergamo. Oltre al leader del Movimento 5 Stelle e all’ex ministro della Salute, ci sono tra gli altri Agostino Miozzo, ex coordinatore del Comitato tecnico scientifico, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’ex assessore al welfare Giulio Gallera, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli. L’inchiesta ha fatto luce sulla gestione della prima fase della pandemia nel 2020 e sulla mancata zona rossa ad Alzano e Nembro.

‘Si sarebbero evitati 4 mila morti’, è la tesi della procura di Bergamo sulla scorta della relazione tecnica del professor Andrea Crisanti. Il procuratore Antonio Chiappani ha spiegato che le indagini ‘sono state articolate, complesse e consistite nell’analisi di una rilevante mole di documenti informatici o cartacei, nonché di migliaia di mail e di chat telefoniche in uso ai soggetti interessati dall’attività investigativa, oltre che nell’audizione di centinaia di persone informate sui fatti’.

Un’attività che ha consentito di ricostruire i fatti a partire dal 5 gennaio 2020, quando l’Oms aveva lanciato l’allarme globale a tutti i paesi e che si è avvalsa di una maxi consulenza firmata da Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova e ora senatore del Pd. Gli accertamenti hanno riguardato tre livelli, uno strettamente locale, uno regionale e il terzo nazionale con le audizioni a Roma di Conte, Speranza i veri tecnici e anche l’ex ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

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