Perquisita dalla guardia di Finanza casa del pubblico ministero Luca Palamara, indagato per corruzione a Perugia. Intanto stanno notificando gli avvisi a comparire a Stefano Rocco Fava, pm della Procura di Roma e al consigliere del Csm Rosario Spina, entrambi indagati per favoreggiamento.
Il fascicolo che vede indagato Palamara è stato aperto a Perugia più di un anno fa. Gli atti sono partiti dalla Capitale. Sono stati i pm romani, che nel 2017 indagavano su un giro di corruzione nei Tar, a ordinare la perquisizione di Fabrizio Centofanti. Dagli atti risulta che, anche dopo quella data, Palamara, allora consigliere del Csm, quindi fuori ruolo, abbia continuato ad avere rapporti stretti con l’indagato. Il sospetto è che l’imprenditore puntasse a ottenere notizie. Sotto accusa anche un viaggio del magistrato. A febbraio 2018 Centofanti viene arrestato. Al fascicolo si aggiungono le dichiarazioni dell’avvocato Giuseppe Calafiore, che ha già patteggiato la pena e definisce Centofanti, oggi in attesa di giudizio, un lobbista con molti agganci a Roma, tra politici e Consiglio superiore della magistratura. Palamara, dal canto suo, ha già respinto ogni illazione: «Mai chieste notizie ai colleghi».
“Ho appreso dai giornali la notizia. Sono molto amareggiato di averlo dovuto apprendere prima dalla stampa che dall’autorità giudiziaria, da cui ho poi avuto riscontro. Sono a disposizione per ogni chiarimento”, afferma il Consigliere del CSM Luigi Spina in merito alla sua iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta.
“Si susseguono notizie relative a indagini nei confronti di magistrati, anche ex componenti del Csm. Trattandosi di procedimento in corso, non intendo commentare se non per rimarcare il fatto che la magistratura adempie costantemente al proprio ruolo istituzionale e costituzionale nei confronti di qualsiasi soggetto. Ivi compresi gli stessi magistrati”. Lo dice il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Pasquale Grasso.
Nella nomina del procuratore della Repubblica di Roma “non ravviso alcun elemento di correlazione” con le indagini in corso a Perugia, “salvo emersione di diversi elementi che allo stato non mi pare superino il livello della mera illazione”, afferma il presidente dell’ Anm Grasso. “Il procedimento che condurrà alla nomina – aggiunge – è in corso nella sede costituzionalmente prevista, e nel rispetto delle norme di legge. Ogni altro commento mi parrebbe un ulteriore indebito tentativo di interferenza sull’attività del Consiglio”.