“La difficoltà di imprese e sindacati a raggiungere un accordo sulla produttività è facilmente spiegato dalla colpevole mancanza del supporto e dell’interesse del governo. Il netto peggioramento della crisi economica e la mancanza di lavoro in Italia continuano a essere temi totalmente estromessi dalle Aule parlamentari e ignorati dall’esecutivo”. Lo afferma in una nota il responsabile lavoro e welfare dell’Italia dei Valori, Maurizio Zipponi. “Al posto dei proclami e delle prese in giro di chi, come lo stesso premier, sostiene che la fine della crisi è vicina, il governo dovrebbe indicare chiaramente gli orientamenti della politica economica, dichiarare in quali settori strategici concentrare gli investimenti, intervenire sulle infrastrutture e indirizzare il denaro che arriva dall’Unione europea verso le imprese che investono in Italia e non, come ha fatto finora, verso le banche. Oggi, a rendere più evidente l’allarme sono i dati di Unioncamere, secondo cui nel quarto trimestre di quest’anno si contano 120mila posti di lavoro in meno, e di Confcommercio sulla drammatica situazione delle imprese strozzate dal credit crunch. Mentre in Parlamento c’è chi pensa solo a spartirsi le poltrone, in vista della prossima legislatura, l’IdV è nelle piazze per raccogliere le firme per i referendum. Due quesiti contro la Casta con cui si chiede l’abolizione della diaria parlamentare e del finanziamento pubblico ai partiti, e due quesiti in difesa dei diritti dei lavoratori per ripristinare l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori nel suo contenuto originario e per abrogare l’art.8 del decreto legge n. 138/2011 che ha cancellato i diritti minimi stabiliti dal contratto nazionale del lavoro. L’IdV considera il lavoro uno dei temi fondamentali del programma del prossimo governo, perché l’intervento sull’economia reale, attraverso la riduzione delle tasse sul lavoro e sugli investimenti in Italia, non è più rinviabile”.