Professioni, Cataldi (giovani commercialisti): il principio di parità generazionale abbatte un muro

“Nella bozza divulgata il 23 luglio scorso sulla riforma dell’ordinamento professionale, il Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti, con coraggio, ha introdotto il principio di parità generazionale ponendo la prima pietra sul riconoscimento del ruolo dei giovani negli organismi di categoria. Finalmente viene dato spazio alle nuove generazioni, pronte a dare un contributo alla professione di commercialista fatto di innovazione, efficienza e sostenibilità”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.

“È una notizia che abbatte un muro e di cui ci sentiamo pionieri, avendone con forza e audacia chiesto il riconoscimento sin dallo scorso aprile, nel corso del Congresso nazionale di Caserta. Tale richiesta, nella prima stesura della bozza di riforma non venne recepita dal Consiglio Nazionale, al quale abbiamo quindi trasmesso le nostre osservazioni, chiedendone l’introduzione e ponendo l’attenzione anche su altri temi come le specializzazioni, la razionalizzazione di albi ed elenchi, i compensi, la remunerazione del tirocinio e le diverse incompatibilità. L’ultimo Forum nazionale dell’Unione è stata l’occasione per ribadire al Consiglio Nazionale la necessità di un cambiamento concreto in favore dei giovani, che abbiamo evidenziato in un incontro con il presidente nazionale di categoria lo scorso 17 luglio e che si è finalmente compiuto.

Non possiamo che ritenerci soddisfatti per il risultato raggiunto e per il costante confronto con il Consiglio Nazionale che costituisce un approccio nuovo e proficuo, che non si limita al dialogo ma anche all’ascolto”.

Alfredo Iannitelli, consigliere UNGDCEC con delega a Deontologia professionale, formazione continua e 139, sottolinea: “Oltre all’adeguamento dell’articolo 1-bis (Oggetto della professione) alla versione da noi proposta, rileviamo con piacere che il Consiglio Nazionale, al comma 5 dell’Art. 9 (Composizione del Consiglio dell’Ordine, eleggibilità dei consiglieri) abbia modificato la durata dell’anzianità, passando dai cinque prima previsti agli attuali tre, permettendo di fatto che i giovani possano già da subito essere attori principali nella vita politica della professione. Pressoché in linea con le nostre proposte, finalizzate a garantire un giusto ricambio generazionale, è il comma 5 dell’art. 21 (Assemblea per l’elezione del Consiglio dell’Ordine e del Collegio dei revisori) che dispone una quota non inferiore a quelle calcolate sul totale degli iscritti all’albo e all’elenco speciale alla data di convocazione dell’assemblea elettorale “al genere meno rappresentato e agli iscritti all’albo con età inferiore a 45 anni”. Adesso rimangono da affrontare temi ancora aperti quali ad esempio la riforma delle elezioni e la norma, a noi molto cara, sulle specializzazioni, per non dimenticare l’annosa questione della razionalizzazione degli albi ed elenchi”.

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