Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’, che si terrà, come è noto, a Napoli, dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo, presenta oggi Alessandro Graziani. Il festival, come è noto, si può, idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano, al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a quattro stanzette dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’. Graziani sarà presente al festival per i temi ‘Madre Terra’ e ‘Femminile’.
Siamo abituati a guardare all’arte contemporanea come ad un inventario del presente: dal recupero degli oggetti quotidiani, alla loro manipolazione, alla loro nuova riqualificazione, nell’operazione tutta personale dell’artista all’interno di una trasposizione visiva.
L’arte contemporanea, come appurato nei precedenti articoli, è spesso anche l’arte del quotidiano e del quotidiano in disfacimento, del quotidiano di risulta che viene rappresentato, idealizzato, dipinto, scolpito, allestito, fotografato ed altro. Ci si chiederà: ‘E’ arte di scarto, oppure è scarto che diviene arte?’. E’ forse rivisitazione del passato che vuole, attraverso la memoria, ridiventare presente ed attuale? E perché mai? Per comprenderlo meglio? E’ forse arte interrogativa ed insolente? In realtà il passato permette all’artista di compiere un viaggio nella memoria per riconnotarlo in nuove definizioni attraverso modifiche apparentemente insolite come, ad esempio, l’uso delle forbici che la ripropone anche in tagli, ritagli e frattaglie.
Parlando di tagli, ritagli e frattaglie non mi riferisco, sia chiaro, alla creazione televisiva di Luciano De Crescenzo e Renzo Arbore ma a chi senza alcuna base antroposofica utilizza, anche nel campo dell’arte, contenuti spirituali attraverso la comunicazione mediatica che, fatta la nota della spesa, trasmette esclusivamente il proprio autocompiacimento che raggiunge attraverso la loro derisione.
E’ un sistema comunicativo illusorio e fuorviante che, purtroppo, soddisfa l’autore ponendolo, immeritatamente, al centro dell’attenzione.
A volte, e malauguratamente, questo sistema comunicativo ha un costo terribile, vedi, ad esempio Charlie Hebdo e Maometto.
La storia è nota.
Tornando a noi, ed all’arte contemporanea, nascita, condizionamenti sociali, design, moda, diapositive e foto, divengono un paradigma di vita anche attraverso aspetti apparentemente futili dell’esistenza che divengono arte visiva, rappresentata in dipinti, video, sculture e nei movimenti di un, o di una, performer.
L’originalità di Alessandro Graziani sta nella capacità di aver ricomposto queste diversità, e queste originalità, trasformandole in arte contemporanea.
Gianni Nappa, ideatore di Arteperformingfestival definisce Graziani: ‘Un artista colto e impegnato nella ricerca di una estetica frutto della conoscenza dei generi e professioni nel campo della moda, ma anche figlia della sua cultura sempre protesa alla ricerca di culture diverse e arcaiche. Un mix di tecniche che spaziano dalla pittura alla foto al digitale 3D. Opere improntate quindi alla genesi una interpretazione del femminile e per questo ho inserito due opere una appunto, dedicata al femminile ed un’altra inserita nella sezione Mediterraneo nella mostra a Castel dell’Ovo di luglio’.
‘Quando credi di osservare il tempo, in realtà stai osservando il mutamento’, è la citazione di Lao Tsu preferita da Graziani che è partito dalle grandi tele in cui ha espresso, condensandole, tutte le sue esperienze di vita: umane, sociali, industriali con le quali è entrato in contatto. E’ stato viaggiatore, designer, stilista, studioso di religione, esperto di scritture antiche, di consumismo, uomo ‘up to date’ su vestiti costosi, località alla moda ed altro. Osservatore partecipe dei riti contemporanei basati sulla moda e il consumismo. In rapida successione si ‘scopre’ artista e diviene enciclopedia ‘dell’umano che diviene grottesco’.
Un linguaggio tutto giocato sulle relazioni visive tra moda, design e immagini pubblicitarie, comunicative ed immediate, sempre piene di forme personali di autocompiacimento.
In realtà la sua arte dipinge una problematica esistenziale sotto l’apparente disimpegno di un manifesto pubblicitario, anche attraverso l’utilizzo sapiente della computer-grafica che, in linea di principio, appare come una denuncia alla civiltà dei consumi.
La computer-grafica aggiunge, nella sua aderenza e accettazione totale ai mezzi di riproduzione forniti dall’età contemporanea, e dalla moderna tecnologia, quel tocco di volgarità che, mentre ci disturba, riscatta le sue opere dal rango dell’illustrazione alla denuncia della civiltà dei consumi.
Alessandro Graziani è stato allievo di Gianfranco Ferrè, e stilista di moltissime aziende italiane ed estere, che gli hanno trasmesso spirito di ricerca ed innovazione per destoriccizare al punto massimo personaggi ‘storici’ ricollocandoli nel presente.
Pensiamo, ad esempio, al Cristo hawaiano, con l’immagine di un Gesù sorridente che guarda ammiccante una moto sullo sfondo di un mare tropicale e porta al collo una collana da cui pende l’immagine di se stesso.
In nuce l’arte per Graziani è ‘autobiografica’ nei suoi fini e nei suoi mezzi. Cosa, sia chiaro, non disdicevole visto che Alberto Pincherle, in arte Moravia, affermava che un romanzo è sempre un’opera di autobiografia perché esprime il modo di vedere le cose dello scrittore, nei suoi ricordi, nei suoi frammenti e nelle sue valutazioni. Ovviamente un valente scrittore li reinventa attraverso un canovaccio e li rende non identificabili. E’ probabile che questo valga anche per gli artisti ed i pubblicitari. E’ un ipotesi: non sono un artista e non sono un pubblicitario. Sono semplicemente uno scrivan-notaio che si limita a prendere atto delle cose.
Graziani afferma di essere ateo, buddista, di amare le donne, che sono sempre state le sue educatrici. Questo fa sì che sia giusto e naturale che esponga per il tema ‘femminile’.
L’artista vuole restituire dignità al corpo femminile che non deve essere esclusivamente oggetto di desiderio perché lo stesso corpo, anche se denudato, è il contenitore di un anima.
Graziani ha esposto a San Paolo del Brasile, presso l’Istituto di Cultura Italiana a Madrid in Spagna, passando per la Biennale di Malindi. L’artista, definito dalla critica il pittore digitale, ha puntato artisticamente sulla comunicazione della grafica computerizzata.
Roberto Cristiano