Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’, che si terrà, come è noto, a Napoli, dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo, presenta oggi l’artista Alessandro Papari che esporrà alcune sue opere al festival che si può, come è noto, idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano, al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a quattro stanzette dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’. Alessandro Papari con le sue opere sarà presente al secondo piano nel ‘Salone delle Velette’ per il tema ‘Mediterraneo’. Alessandro Papari nasce e vive a Napoli. Dopo gli studi di pittura all’Accademia di Belle Arti inizia a esporre nel 1991. Tiene poi la prima personale alla Galleria Spazio Arte di Napoli. Dopo aver esposto in ‘Korea – Italy’ all’Arts Center di Daegu, Sud Corea, è presente alla seconda edizione della stessa manifestazione e, inoltre, al Premio Ferruccio Ferrazzi, Sabaudia; al Premio Termoli; al Premio Città di Busto Arsizio e al Premio Lissone, ove ottiene il premio stima 2° classificato. Nel 2007 partecipa alla rassegna ‘Visions from Italy’, Gallery 27 Cork Street, Mayfair – London. Nel 2011, partecipazione alle 54 edizione della biennale di Venezia,’Padiglione Accademia’ a cura di Vittorio Sgarbi.
Pittore di grande raffinatezza, Papari ha posto le basi per nuove ricerche di sperimentazione sulle tecniche pittoriche che si pongono in bilico tra gli spazi della fantasia e della memoria, esprimendo forti emozioni e dolore. Parliamo di un mondo fantastico ed artistico posto a metà strada tra il reale ed il surreale. Arte di giocoliere quella di Alessandro che mostra realtà che sono ai margini della società fissandola in primo piano tra giochi di luci ed ombre. Eroi rappresentati con magistrale equilibrio e raffigurati in una calda immobilità. Una visione moderna della pittura la sua che si sviluppa partendo da aspetti contenutistici espressi in un personale linguaggio espressivo, teso al perfezionamento, all’acquisizione di ulteriori requisiti cromatici e contenutistici. Il colore si scompone e si ricompone offrendo una visione inaspettata della quotidianità. I personaggi che affollano le tele di Papari sono nudi e indifesi, incapaci di affrontare le loro circostanze quotidiane. E’ una solitudine- estetica quella che emerge dalle sue tele fissata sullo sfondo dell’inconsistenza dei valori umani che non vengono sfiorati dall’autocoscienza, mentre sono ben radicati nella società dei consumi. Uomini e donne che si trovano nella risacca di una spiaggia, in riva di un mare inquinato, con sullo sfondo una realtà industriale, con scarti tecnologici, magari un frigorifero, con una donna che indossa un indumento di un ‘vivo’ colore rosso per dire che, nonostante tutto, la vita e la vitalità degli ‘esclusi’ non cessa mai di ‘essere’, e di ‘esistere’ restando fonte di ispirazione per gli artisti contemporanei. Nelle sue tele emerge una realtà degradata, dipinta con pennello o spatola, dalla quale emerge l’inquietudine del vivere raffigurata da figure allucinate contestualizzate nella periferia del mondo, vittime e carnefici di una realtà incendiata. Inquieti ed indifferenti che sono dissolti ed evaporati da una realtà che non gli appartiene e con la quale coesistono esclusivamente per rappresentare la crudele fatica di vivere.
Papari parla nelle sue opere degli incubi e delle speranze disattese del nostro tempo prigioniero di un presente inattuato. Dipinge l’inferno espresso in caricature di una società frantumata senza possibilità di riscatto, ricercato invano in una società tecnologica e ultra veloce. Papari, attraverso il figurativo, è l’esploratore del sensibile e del fantastico. Il suo terreno è, al contempo, estetico e poetico, sul quale precede l’immaginario di massa senza seguire orientamenti obbligati. L’arte sarebbe morta se non seguiva l’evoluzione, o l’involuzione, del tempo attraverso sostanze e nature diverse. Nature artistiche sposate con il design, la moda, il visivo, la tecnologia che riescono, perdonatemi, a sposare il mercato dell’arte. Arte che in alcuni casi si è involgarita perché rivolta ad una classe intellettuale pigra che non produce processi formativi adeguati per evitare un restringimento progressivo dell’arte. Ma l’arte contemporanea è tutt’altro che morta e si ritrova oggi nella fantasia, nella passione e nella rinnovata vitalità civile dei giovani artisti. Alessandro Papari ha vinto, in precedenza, la medaglia d’oro del Premio Morlotti-Imbersago per l’opera ‘Dal frigo’ che interpreta l’enigma della solitudine urbana e dell’inquieto mistero degli spazi domestici. Papari esporrà all’Arteperforminfestival opere che fuor di ogni dubbio saranno lontane da ogni stereotipo per esprimere una città che fonde bellezze e degrado in una realtà, a dir poco, straniante, con uomini che esprimono trasformazioni alienanti e peggiorative.
Roberto Cristiano