Progetto Italia News presenta Barbara De Giorgio, artista presente all’Artperformingfestival che si terrà a Napoli dal 10 luglio al 7 agosto prossimi

Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’,  che si terrà, come è noto, a Napoli,  dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo,    presenta oggi  Barbara De Giorgio. Il festival, come è noto,  si può,  idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano,  al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a  quattro stanzette  dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’.  La De Giorgio  sarà presente al festival per il tema   ‘Femminile’.

L’artista, pittrice e illustratrice napoletana, parte da una esperienza di bottega in cui studia le tecniche della pittura napoletana ottocentesca e perfeziona le sue tecniche  durante gli anni di studio  dove consegue la specializzazione in incisione calcografica,  e grafica d’arte, presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Nei suoi  lavori è forte la contaminazione ‘Pop Surrealista’,  fenomeno di cultura sotterranea, e quindi alternativa, che collega il surrealismo al fumetto, ai graffiti, ai temi sociali delle metropoli urbane.

Il Pop Surrealismo  italiano ha una sua anima e anche oggi, come negli anni 70’ in America,   quasi tutti i suoi esponenti hanno poco più di trent’anni e, se non vi includiamo i graffitari, parliamo di   una corrente artistica che ha poco più di un decennio.

L’arte pop surrealista italiana è figlia di un disagio, che è quello di avere, o di non avere,  una storia alle spalle.

Nel loro lavoro i pop surrealisti traggono spunto da cose molto simili,  pur partendo ognuno dalla propria cultura trasferita  in  arte contemporanea.

Il Pop Surrealismo parte dai  contenuti bassi del quotidiano, sottoponendoli ad una catarsi spontanea nata nell’animo dell’artista, e li trasforma in cartoni animati,  anime giapponesi,  tatuaggi ed altro,  elevandoli all’empireo dell’arte.

Nella De Giorgio c’è una estrema attenzione  nel confezionamento artigianale delle sue opere, nella loro costruzione materiale, nella ricerca  tecnica del particolare  che la rendono vicina all’arte concettuale per lo spazio di un pollice.

Il ritorno al ‘concetto del bello’,  laddove oggi, nell’arte contemporanea, non è più necessario rende le opere di Barbara oltremodo affascinanti.  Opere di  grande impatto visivo realizzate in bianco e nero che cominciano dal digitale per dirigersi poi su una produzione più indirizzata a personaggi ibridi che vengono accarezzati dalle tonalità di colori ‘morbidi’ che li trasformano in ‘creature da sogno’.   Approfondisce poi lo studio della computer grafica, utile per la colorazione digitale:  ‘Quando per diverso tempo lavori con il digitale, quasi te lo scordi che è un lavoro fisico, e non ci sono gradienti che ti risolvono un fondale o texture ad abbellire il tutto. A lavoro terminato, che poi non lo è mai, l’unica cosa che puoi fare è prendere un’altra tavola e ricominciare, e non smettere mai di educare la mano a quello che è il tuo gusto e il tuo sentimento’, annota Barbara.

Di recente  inizia una serie di inchiostri ‘Polaroid and Private Practices’, dal tema erotico pornografico, in cui è presente  l’influenza dell’incisione calcografica, l’amore per il segno e il bianco e nero.  Ascoltiamo le motivazioni di  Gianni Nappa sulla partecipazione di Barbara De Giorgio ad Arteperformingfestival:

‘Una artista che nasce con il talento del disegno, che nelle opere dipinte degli esordi ricerca nell’iperrealismo un dato di adesione alla realtà vissuta, come fotogrammi di una vita che un opera prima. L’ho inserita nel femminile per il suo sondare tra eros e pornografia, una donna decisa ed eroina, fata e forza si connotavano di romantica adesione all’interpretazione che una giovane artista dovesse esprimere per raccontarsi. Poi il suo percorso ha portato ad affrontare il fumetto digitale dove, con grande misura e capacità creativa, anche nel bianco e nero a matita riesce a comporre dirompente nel suo autenticare la sua autonomia’.

Roberto Cristiano

 

 

 

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