Progetto Italia News presenta Fabio Cremonese, artista presente all’Artperformingfestival che si terrà a Napoli dal 10 luglio al 7 agosto prossimi

Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’,  che si terrà, come è noto, a Napoli,  dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo,    presenta oggi  Fabio Cremonese che esporrà alcune sue opere    al festival  che  si può, come è   noto, idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano,  al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a  quattro stanzette,  dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’. Fabio Cremonese sarà presente al festival al secondo  piano  nel ‘Salone delle Velette’ per il tema ‘Madre Terra’.

Fabio       Cremonese     nasce      a      Napoli e   inizia suoi        studi artistici presso il     ‘Liceo       Artistico   S.S. Apostoli’   di     Napoli. Dopo        il      diploma   di     Maturità artistica prosegue i suoi studi presso        l´Accademia    di     Belle       Arti   di Napoli,  sezione  Pittura. Un decennio fa     si     trasferisce       a Berlino e si  laurea      presso     la   ‘Universität der Kùnste’   in arti       figurative (Pittura,   Scultura   a Arti Performative)            concludendo   i       suoi studi con un anno di Master.  L’artista proposto oggi crea    oggetti     in     argilla      smaltata  e        disegni con     influenze di     tipo  espressionistico      che        rimandano       all´espressionismo tedesco   contemporaneo.

Ideatore attivo     a      livello       internazionale        ha    sviluppato        progetti    e      laboratori artistici    con  bambini   e      rifugiati di  aree        arabo/siriana   nelle scuole     per   l´integrazione  sociale    attraverso        il      linguaggio       diretto      e   fruibile     della sua  ricerca        artistica. Vive e      lavora      tra    Napoli      e      Berlino.

Ascoltiamo Gianni Nappa, ideatore di Arteperforminfestival: ‘Fabio Cremonese, artista giovane con lunga residenza a Berlino, dove si è laureato esprime nella sua ricerca il metamorfismo, che è l’espressione di un disagio e pone l’artista a valutare forme in ceramica,  e dipinte,  che formulino nuovi codici genetici, figli della materia e del pensiero come nuove unità di un mondo spurio e libero da contaminazioni; una nuova genia libera dalla catastrofe che esalti l’adesione alla madre terra,  e con l’idea di offrire una soluzione sostenibile all’intera umanità’.   Fabio, come si diceva, è residente tra Napoli e Berlino e possiamo definirlo sicuramente ‘un artista di ritorno’ collocandolo tra chi lascia Napoli  ed emigra lasciandosi alle spalle un territorio che ha poco o niente da offrire a chi lavora nell’ambito delle arti e della cultura.

Napoli sembra offrire,  apparentemente,  un  contesto sociale degradato e degradante. In realtà la città offre ad i suoi cittadini   le  forti tensioni del capitalismo globale  amplificandole fortemente.   Napoli è anche la città di chi, culturalmente ed artisticamente,  ritorna per rimettere in gioco se stesso.

Cremonese ritorna a Napoli da Berlino, dove, studi artistici a parte,  ha maturato una propria ed inconfondibile maturità creativa. 

Berlino è nota, artisticamente, per aver coltivato uno spirito rivoluzionario nell’ambito delle arti, stimolando forti riflessioni  nei confronti della cultura di massa e  globalizzando,  in senso positivo,  la sensibilità comune verso l’importanza di una migliore qualità della vita veicolando  l’inadeguatezza della società capitalista contemporanea per  la gestione della sua ricchezza culturale.

Il ‘potere della sfera artistica’  è assorbito da  Berlino che con  la sua  anima cosmopolita si interroga  su quale fosse il ruolo dell’arte contemporanea con il presente.

I concept sono rivolti totalmente al presente, ma Berlino ha indirizzato gli artisti, e con loro l’intero sistema dell’arte, a riflettere su come il presente politico possa entrare nella pratica artistica e smuoverla.

La formazione artistica vissuta e maturata in questo contesto sfugge ad  un’arte  concentrata sull’estetica del Concettuale che, come è noto, è collegata a forme di autoreferenzialità.

L’intento dell’artista  è quello di richiamare l’arte alla sfera pubblica, sollecitando un interesse collettivo sulla base di problematiche sociali terribilmente reali.

Pratica e azione dunque sono le peculiarità dell’arte che si prospettano a Berlino,  capace di entrare nel vivo della questione sulle dinamiche di gestione della cultura politica.

Agli effetti pratici l’arte  torna a parlare di politica ma   la politica, c’è da chiedersi,  parlerà mai dell’arte? Mi fermo qui perché si darebbe la stura a molteplici considerazioni, a partire dai sostegni pratici da dare all’arte ed agli artisti, ma non può essere questo il tema di queste  mie  brevissime righe.

La cultura underground berlinese presenta lavori artistici  che cercano un contatto con il pubblico  sollevando questioni che rimandano ad un aspetto sociale e partecipativo.

Parliamo di arte contemporanea ‘giovane’, che offre una meditazione  sullo stesso sistema dell’arte contemporanea, con un’impronta critica, attraverso dipinti ed opere  che rendono evidente il loro stesso processo di realizzazione.

Il contesto di Berlino rimane, in tal caso,  di fondamentale importanza.

Gli artisti contemporanei guardano, cercando di rinnovarla nella loro pratica a seconda del momento, del luogo e degli strumenti tecnici che hanno a disposizione,  e degli obiettivi che si prefiggono.

Alla base dell’arte, e della ricerca artistica, di Cremonese  si esplica sempre il desiderio di ricercare la propria identità attraverso l’arte che diviene  un mezzo per salvaguardare la memoria, le radici, diffondere il sapere e riattivare la coscienza collettiva.  Ricerca della coscienza collettiva legata a ‘Madre Terra’. 

È un modo per sfuggire all’assenza, al vuoto, all’incertezza che ci rende umani e di cui l’artista si fa portavoce quando  mostra, tramite una condivisione emozionale con lo spettatore, quanto ha creato. 

Se l’Arte non ha più niente da dire, l’artista ha ancora molto da comunicare, ma talvolta ciò è reso difficile dall’assenza di dati riconoscibili, quando nella pittura o nella scultura mancano tracce di figurazione.

Nappa  include Cremonese nel  ‘metamorfismo’, forma artistica che  nasce dall’esigenza di ridefinire tutte le fenomenologie artistiche che vengono definite per sommi capi  ‘astratte’,   ‘informali’,  ‘espressioniste’, ‘minimaliste’ ma che non corrispondono in nessun modo alle opere metamorfiste.   Il Metaformismo  nasce da riflessioni sulla possibile continuità del passato nel presente e propone un nuovo modo di leggere le forme all’interno di tutte le espressioni artistiche non figurative, le quali, alla luce di una nuova indagine critica, appaiono prive di figure ma non di forme.  Il metamorfista riformula tutte le sfaccettature che possono esistere ed ‘insistere’ nelle opere d’arte. E’ arte ‘ribaltata’ quella che viene proposta ed è sottintesa a qualsiasi operazione artistica.

Entrano nel grande gioco del Metaformismo tutte quelle espressioni dell’arte, a partire da  pittura e scultura,  che sono sempre avanguardiste e contemporanee. E’, in pratica, una forma  rinascimento artistico.  Fabio Cremonese entra perfettamente nel gioco di ribaltamento attraverso opere ricche di colori, di parallelismo, e della capacità di  usare l’arte in modo  fantastico, per dare agli altri qualcosa che non è esattamente la realtà,  ma è ciò che diventa qualcosa di diverso nell’immaginazione e nella fantasia di ciascuno.  

Roberto Cristiano

 

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