Progetto Italia News presenta Fiamma Zagara, artista presente all’Artperformingfestival che si terrà a Napoli dal 10 luglio al 7 agosto prossimi

Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’,  che si terrà, come è noto, a Napoli,  dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo,    presenta oggi  Fiamma Zagara che esporrà alcune sue opere    al festival  che  si può, come è   noto, idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano,  al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a  quattro stanzette,  dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’. Fiamma con  le sue opere sarà presente al   primo piano  nel ‘Salone delle Cortigiane’ per il tema ‘Femminile’.

Il ‘Femminile’ inteso come   materna, liquida e rivoluzionaria,  in un percorso ancora in divenire per una affermazione definitiva dell’identità sociale del femminile.

Fiamma  la possiamo ascrivere  nel  ‘femminile liquido’ perchè sceglie  la celebrazione del presente ma riesce a   superarlo, e reinventarlo, in modalità  assolutamente originali, che propongono  una forma d’arte ‘in divenire’ particolarmente attenta  alla ‘tradizione’ sociale e  culturale.

Attraverso le sue  produzioni artistiche Fiamma  crea una cultura artistica  nuova  attraverso una conoscenza consapevole, che è  creazione artistica differente, che ‘de-celebra’ il presente acquisendo una posizione primaria   nell’era liquida dell’arte.

Fiamma Zagara nasce a Napoli e vive e lavora a Roma.  Nel 2000 lascia l’insegnamento di Lettere e Filosofia e  si impegna totalmente  nel campo dell’ arte, affrontando esperienze diverse che spaziano,  a largo raggio,  dal disegno alla scultura. 

Parlando di Fiamma potremmo legarla alle fiamme del fuoco con cui plasma le plastiche combuste riconsegnandole in ‘troni’ che personalizza attraverso le vernici industriali.

Questo sistema di lavorazione artistica ha la caratteristica dell’unicità,  che è odorosa e sboccia in  una ‘Zagara’, o meglio, una ‘Zahara’,  che splende come un ‘Zahr’, un fiore. ‘Fiamma Zagara’ è, nella realizzazione di opere legate all’arte  contemporanea, di nome e di fatto,  un ‘fiore splendente’.

Gianni Nappa in questo è chiaro: ‘Ho invitato Fiamma Zagara all’Artperformingfestival II edizione per la sua ricerca legata ai materiali plastici combusti, che rappresentano il suo costante percorso nella dinamicità della materia e la profonda attenzione verso il significato che muove non solo l’artista, ma il mondo, verso riflessioni sul vivere contemporaneo e le possibili opportunità di rileggere il design con i troni che si pongono come esito di una dissennata corsa alla produzione di sintesi chimica industriale e al contempo, il prodotto di una sensibilità femminile che sa ridisegnare la funzione d’arte’.  Utilizzando legno, vetri, lava, pietre dure e manipolando lamine di alluminio, filamenti, juta, viscosa o polietilene, realizza opere a più piani. L’uso sempre più accentuato del polietilene che, attraverso il riscaldamento,  assume forme complesse e armoniche.

Le sue creazioni sono il frutto di una  libera  trasmutazione  di simboli in materia di trasformazione che si sintetizza in una enigmatica fisicità,  che chiede di essere guardata nelle sue inquietanti e sofferenti tessiture ‘alchemiche’.

Le forme sono manipolate e  fissate in modo magmatico  attraverso la decodificazione dell’informale nel segno del colore, a volte umorale,  ma sempre ricco di sfaccettature ‘emozionali’.

Immaginiamo ora di osservare le opere di Fiamma attraverso la logica della  ‘Slow Art’, abitualmente definita Arte lenta, che è in realtà un modo ‘sacro’ di avvicinarsi all’arte. Dire ‘Slow Art’ significa nella realtà guardare le opere esposte lentamente,   dedicando alle stesse il tempo che è stato necessario per realizzarle.

Anche le opere d’arte che in un primo momento  non sembrano interessanti possono rivelarsi, se guardate lentamente,  molto accattivanti rivelandosi  una esperienza spirituale. Provare quanto dico rivedendo in ‘modo lento’ opere già viste.   Potrebbe bastare uno sgabello ed un notebook per registrare le impressioni ricevute e  constatare che le opere, guardate in questo modo,  appaiono in modo dettagliato rivelando molti aspetti simbolici.

Ogni opera è al tempo stesso superficie e simbolo ed ogni opera emana simboli ed allegorie. L’arte, detta in sintesi, vuole il suo tempo e questo è  probabilmente quello che pensò  Phil Terry quando inventò nel 2008 lo ‘Slow Art Day’. Terry voleva  cambiare la fruizione e la percezione dell’arte concedendo il giusto tempo ad  ogni opera. Solo in questo modo l’arte può farsi scoperta. Un procedimento che contribuisce non solo a incentivare l’interesse nei confronti dell’arte   ma permette di sbloccare passione e creatività nello spettatore condividendo opinioni e idee,  rendendo il museo, o una mostra,  un luogo di condivisione.

Considerate che negli anni scorsi in Inghilterra un curatore d’arte espose a centro sala una ‘sedia’ con la dicitura: ‘The Observer’ (‘L’Osservatore’). Peccato che  nessuno colse che non era un’opera d’arte esposta ma  una provocazione ed un invito a sedersi per osservare le opere. Per converso immaginiamo di guardare un ‘Trono’ realizzato dalla Zagara, che altro non è che ‘una sedia’ reinventata e celebrata come opera d’Arte.

A questo punto chiedo al lettore di immaginare che dall’altra parte dello schermo ci sia una  matrioska che si compone di tre pezzi composti: da un bambino di otto anni che osserva le opere; da un pezzo che riflette;  e da un pezzo che scrive le considerazioni.  Ogni pezzo, sia chiaro, è  vuoto al suo interno, in attesa di riempirsi di contenuti. E’ un procedimento ‘concettuale’, idoneo per così  l’arte concettuale ed i relativi procedimenti artistici ad essa  correlati.

Osservando il ‘trono’ realizzata da Fiamma, ed impaginato nell’articolo, notiamo che è raffigurato attraverso l’uso di due colori: il nero ed il rosso.

Il nero in alchimia rappresenta la Nigredo, ovvero la pietra filosofale in grado di trasformare la materia primordiale, fondamento della futura ascesa spirituale.

Il nero rappresenta il Nuit, l’oscurità neutra, l’assenza di colore e pertanto l’opposto della dualità, l’opposto del terreno, l’opposto del visibile. Esso è l’antimateria, il colore del mondo eterico, o meglio lo rappresenta a livello archetipico.

Si può quindi dedurre che il nero è perfetto per tutti quei lavori legati all’inconscio, alla conoscenza di noi stessi e al nostro potenziamento.

Il rosso è uno dei primi colori che gli antichi utilizzavano.  E’ il colore della gioia e della vitalità,  dell’energia e delle grandi passioni, ed   è il colore della giustizia.  Fiamma Zagara apre  la porta della comprensione attraverso il linguaggio dei simboli  esaminati nella conseguenzialità, e nella giusta cognizione, legata a  causa ed effetto. Il suo è un lavoro concettuale che diventa segno ed  immagine. Non parliamo di  autoreferenzialità dell’arte, ma del dialogo tra  l’universo dell’artista  e il mondo esterno. Lavori dall’aspetto informale gestiti da un’impostazione apparentemente distruttiva, bruciando corpi fisici riciclati con l’obiettivo di destrutturare e fondere  ciò che prima aveva una precisa identità in qualcosa d’altro rispetto all’originale. La metamorfosi è il tema che guida l’ispirazione di Fiamma.

L’artista può considerarsi un emblema dei nuovi processi di produzione artistica nati dalla valutazione del proprio status interiore e intrecciato in un continuo dialogo con l’esterno e la società che lo circonda.

La  manipolazione artistica di Fiamma non è mai  fine a se stessa,  o semplicemente  gestuale,  perché introduce nella labirinticità dell’artista.

Come è noto il  labirinto è una struttura costruita in modo tale che risulti difficile per chi vi entra trovare l’uscita. Un labirinto artistico, per estensione, è univiario,   ovvero costituito da un unico involuto percorso che conduce inesorabilmente al suo centro, che rappresenta il centro comunicativo dell’artista, ovvero, in tal caso, nel centro comunicativo di Fiamma.

Un labirinto rappresenta il cammino simbolico dell’uomo verso Dio e  la funzione del labirinto è quella di essere un simbolo del pellegrinaggio,  o del cammino di espiazione,  attraverso il quale si giunge alla ‘conoscenza’ spirituale.

Perdonatemi la digressione se dico che Fiamma  ha collaborato con il Maestro Michelangelo  Pistoletto che ha realizzato l’installazione del ‘Terzo Paradiso’ con particolare riferimento alla genesi. Il ‘Terzo Paradiso’ è la riconfigurazione del segno matematico dell’infinito. Due cerchi esterni rappresentano rispettivamente il primo Paradiso, quello Naturale, e il secondo Paradiso, quello Artificiale della scienza e della tecnica. Al centro è posta una scultura in acciaio che rappresenta la Fiamma,  realizzata da Fiamma Zagara.

Il ‘Terzo Paradiso’ simboleggia una terza era etica ed estetica che potrà, e deve, realizzarsi attraverso una metamorfosi positiva dell’individuo,   e della vita, per affermare la propria  personalità finalmente trasmutata.

Questo emblema si propone come impegno di equità, reciprocità e rispetto nella prospettiva del futuro.

Ad Arteperformingfestival Fiamma esporrà due altorilievi di cm. 120 x 100, uno in oro, l’altro in argento, che saranno disposti ai lati di un angolo della sala.

I materiali sono quelli usati di solito :’Legno, i corrugati e il polietilene Hd’.  Al centro l’istallazione è costituita da un trono e, su un sostegno in ferro, sarà sospesa l’ultima opera di cm. 80 x 110.

Sono  dei crateri stilizzati, quasi quelli dei campi Flegrei e sono costituiti da grovigli di tubi e plastica.  I crateri nascondono metamorfosi di energia profonda e subliminale.

‘Comprendere le differenze’ sono titolate le opere che racchiudono un invito ad approfondire la conoscenza di sé stessi, degli altri e della realtà circostante.

I  lavori di Fiamma Zagara  sono stati esposti in gallerie prestigiose e in sedi istituzionali in Italia e all’estero.  Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui, a Roma, in Campidoglio, il ‘Premio Personalità Europee 2008 per l’ Arte’ , nel 2010 la Medaglia della Presidenza della Repubblica, nel 2011, al Circolo della Stampa di Milano il ‘Premio delle Arti e della Cultura’, nel 2013 a Milano la Menzione d’ onore del ‘Premio Internazionale Baronessa Soares’.

Ritornando alla Slow Art chiarisco che la pittura di Fiamma si fissa in multiformi connotazioni colorate ed è stato privilegiato giornalisticamente  l’uso del nero e del rosso trasferito in alcune opere esclusivamente per fissare ‘a fuoco’ il significato ‘eventuale’  tratto da chi scrive, ovvero, da un ‘indegno scrivano’, per trasferirlo al lettore.

Una mostra realizzata secondo l’input della Slow Art presuppone l’uso di un taccuino su cui scrivere le emozioni riportate per condividerle con altri spettatori.

Per chi mi legge, e per l’artista descritta attraverso le sue opere, spero di non essere incendiato da una ‘Fiamma’ perchè, tutto sommato, ho solo otto anni…

Roberto Cristiano

 

 

 

 

 

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