Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’, che si terrà, come è noto, a Napoli, dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo, presenta oggi Francesco Manes che esporrà alcune sue opere al festival che si può, come è noto, idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano, al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a quattro stanzette, dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’. Francesco con le sue opere sarà presente al secondo piano nel ‘Salone delle Velette’ per il tema ‘Madre Terra’.
Francesco Manes nasce a Portici e si diploma all’Istituto Statale d’Arte di Torre del Greco. In seguito svolge la sua formazione professionale a Napoli, presso il Gabinetto di Restauro del Museo Nazionale di Capodimonte e si dedica prevalentemente al recupero di tele dei principali maestri del Seicento e del Settecento napoletano, come Andrea Vaccaro, Luca Giordano e Francesco Solimena. Allo stesso tempo si rivolge anche al restauro di opere d’arte contemporanea.
A seguito di queste esperienze sviluppa un proprio linguaggio artistico informale, esordendo nel 2005 con una prima mostra personale. Le sue opere sono conservate in permanenza presso Enti Pubblici e Privati, a Napoli e nel mondo. Dai suoi lavori emerge una specifica cifra stilistica, legata all’arte informale, che deriva dalla confidenza acquisita con la materia e gli impasti di colore. La sua emotività interiore ha costruito l’ispirazione, introducendolo al mezzo espressivo della pittura attraverso il tratto grafico ed il colore.
Manes dipinge d’impulso senza progettare nulla, manifestando in questo modo i suoi stati d’animo in piena libertà. La sua attività di restauratore ha un peso importante nell’espressione della sua passione artistica visto che la conoscenza degli autori del passato, e delle loro tecniche, gli risulta utile dal punto di vista pratico, per la padronanza acquisita nell’uso dei materiali e del colore. Un filo forte collega le due dimensioni, restauro e pittura, in cui si esprimono la capacità e l’ estro creativo dell’artista. Manes realizza opere ad acrilico spatolato su cartone, a sua volta applicato sulla tela. Dai primi semplici e sottili gesti per mezzo dei quali l’artista traccia il colore appare visibile che le sue opere privilegiano il tratto grafico e soprattutto il colore. Una bicromatica risposta alla vita in un lampo di nero e rosso trasferito sulla tela.
Con la tecnica della spatola metallica, il pigmento viene spalmato con forza sulla carta e diventa elemento deciso a interpretare la sua energia emotiva.
Il fascino dell’energico e prepotente paesaggio vulcanico nelle tipiche cromie vesuviane incontra quello sinuoso ed elegante del segno grafico più essenziale. Le due anime dell’ispirazione artistica di Francesco Manes s’incontrano nel corpus ‘Cromie Vulcaniche’, selezione di opere su carta – acrilici assoluti e tecniche miste acrilico e tempera. Il nuovo accorpamento di tipologie dei materiali, ha quindi posto maggiormente in risalto il fondamentale principio sotteso ad ogni insegnamento del restauro, cioè la consapevolezza dell’intima connessione tra la pittura e il suo supporto.
Manes approda alla serie dei magma struggenti ed eleganti squarci vulcanici, realizzati sempre ad acrilico, ma questa volta su tela cartonata, potente ed innovativa soluzione informale, in cui esprime la sua energia creatrice fissata con la vitalità del pieno e del vuoto. Osserva Gianni Nappa: ‘Quando ho conosciuto Francesco Manes nel 2007 era già un artista con una personale identità pittorica, con i suoi lavori di ‘terra’ stemperati con le spatole sulla carta e sulla tela, e ne rimasi colpito perché le sue opere nello slancio di un gesto manuale incarnano la primordialità di una natura sempre in movimento con i cicli millenari che da vulcani e scorci ‘quasi lunari’, incarnano il lavoro dell’artista. Ho invitato Manes alla seconda edizione del festival per la sua peculiarità di rappresentare la ‘Madre Terra’, uno dei tre temi di questa edizione.
Roberto Cristiano