Progetto Italia News presenta Gianluca Carbone, artista presente all’Artperformingfestival che si terrà a Napoli dal 10 luglio al 7 agosto prossimi

Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’,  che si terrà, come è noto, a Napoli,  dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo,    presenta oggi  Gianluca Carbone che sarà presente    al festival con una installazione. Il festival, come è noto,  si può,  idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano,  al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a  quattro stanzette  dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’.  Gianluca   sarà presente al festival al secondo piano in una delle quattro stanzette ‘site specific’ per il tema ‘Madre Terra’.

Brevi cenni biografici sull’artista:

Gianluca Carbone nasce a Napoli e si diploma al liceo artistico nella sezione accademia. Successivamente si laurea nel corso di pittura all’Accademia di Belle Arti. Le sue competenze artistiche spaziano dalla pittura alla scultura, dalla decorazione alla scenotecnica, con un ricco curriculum che riguarda esposizioni personali e collettive.  Gianni Nappa, ideatore e realizzatore di Arteperforminfestival lo descrive così: ‘Un artista che sperimenta nuove soluzioni linguistiche andando a sondare profonde visioni dell’essere, un proprio occhio sull’umana vicenda attuale dove in ‘condominium’ si cerca il perché della coabitazione, e nelle altre opere l’unione e la formulazione di nuove entità, si costruisce attraverso la libera interpretazione che è forza dell’ artista, nel suo auto prodursi tra pensiero e sogno, realtà e desiderio. Un disegno attuale e contemporaneo del percorso di questo scenografo visionario che coniuga il suo bisogno di condividere con l’esigenza di riappropriarsi di un non avuto, e mai riscosso, ma proprio per questo dolcemente romantico nella visione di un umanità dispersa e sconosciuta a se stessa’.

Parlare di Carbone è parlare di installazioni che spaziano dalla pittura alla scultura. La vera particolarità è che parliamo di scultura in cartapesta utilizzata per creare  una scenografia immaginaria che dipinge in senso reale il rischio che stiamo correndo in una realtà uniformata e standardizzata. Scenografie da cinecittà,  molto solide nell’apparenza,  ma che non sono null’altro che costruzioni in cartapesta che all’indietro nascondono il ‘nulla’.   In questo caso  non si parla di cinema,  o di scenografia,  ma di ‘Arte contemporanea’.  L’artista di cui scriviamo sfrutta con ingegno  la cartapesta utilizzata dopo processi di macerazione e sminuzzamento che la rende materiale idoneo e modellabile,  a partire dal colore grigio profondo,  per ogni suo lavoro creativo. La cartapesta diviene così  un supporto neutro da colorare per creare figure stilizzate ma informi.  La sua arte è visionaria, scandita da cromie che danno forma a creature insolite ed ingabbiate in attesa di un futuro diverso e migliore. In realtà l’artista parla del nostro viaggio,  ricco di ansie e  speranze che possano confermare che in realtà, e nonostante tutto, siamo vivi. Vivi ma in attesa… Quando Nappa nella sua presentazione parla di ‘condominium’ parla di alienazione dell’essere umano. Chi legge ricorderà che un quarantennio fa quando si parlava di ‘alienazione’ veniva spontaneo,  e dovuto,  pensare alle catene di montaggio, ad esseri umani annientati e schiacciati da una realtà industriale che azzerava la componente umana. Si parlava di alienazione dei ‘migranti di casa nostra’, dell’emigrazione forzata di cittadini del sud che per motivi di lavoro, e di sopravvivenza,  si erano trasferiti al ‘Nord’, con le relative problematiche di integrazione.

Bei tempi! Oggi la realtà che colora l’alienazione è diversa e non è più contraddistinta dal nord e dal sud. L’essere umano è oggi ingabbiato in spazi ristretti dove è ‘incorniciato’ in un contenitore, in un ‘condominium’ che rende tutti simili ed uguali nelle difficoltà della sopravvivenza quotidiana.

Gli esseri umani fissati da Carbone sono ‘acefali’,  idonei esclusivamente per adempire agli obblighi legati ad una realtà fissata e inscatolata per essere utile e funzionale  al  supermercato ‘globale’ di uomini e merci.  Con l’Arte contemporanea si parla della funzione sociale dell’Arte che è tesa a coinvolgere non più gli addetti ai lavori,  ma la collettività,  vista nella sua totalità e nelle sue difformità,  che invita a riflettere   sui modelli, sulle immagini e sugli  oggetti simbolici che rappresentano la realtà tangibile.

E’ arte iperreale quella  di Carbone che viene proposta  attraverso  simulacri,  che rappresentano sì gli esseri umani,  ma   ‘acefali’ perchè seguono codici di comportamento fissati da altri.

L’arte contemporanea risponde all’obbligo di  essere una  disciplina educativa che si pone l’obiettivo  del ‘risveglio’ che pone l’osservatore nelle condizioni di poter resistere ai condizionamenti virtuali.  Per far comprendere compiutamente il passaggio rilevante compiuto dall’arte per sintetizzare ed esprimere ‘l’arte sociale’ basterà pensare al ‘Quarto Stato’,  dipinto a olio su tela del pittore italiano Giuseppe Pellizza da Volpedo, realizzato nel 1901 e conservato al Museo del Novecento di Milano.

Pellizza iniziò a lavorare ad un bozzetto degli ‘Ambasciatori della fame’ nel 1891, dopo aver assistito ad una manifestazione di protesta di un gruppo di operai. L’artista rimase molto impressionato dalla scena, tanto che annotò nel suo diario: ‘La questione sociale s’impone; molti si son dedicati ad essa e studiano alacremente per risolverla. Anche l’arte non dev’essere estranea a questo movimento verso una meta che è ancora un’incognita ma che pure si intuisce dover essere migliore a petto delle condizioni presenti’.

 ‘Ambasciatori della fame’ costituisce la prima tappa del percorso che condurrà poi alla redazione finale del Quarto stato.

Lo stile pittorico è figurativo e per l’impegno sociale  rappresentato  è fortemente  iconico. Ma, ricordiamo, parliamo di un dipinto del 1901 ed è, nella sua terribile bellezza, un relitto della storia.

L’arte contemporanea si esprime, è ovvio, attraverso codici di linguaggi diversi perché segue l’evoluzione supersonica dei cambiamenti sociali, culturali e politici.

Di primo impatto l’arte contemporanea può apparire incomprensibile e difficilmente decriptabile. Ma non è così perché la chiave d’ingresso è unica,  ed ogni postulato che ne deriva è sempre riconducibile ad essa.

Non sono più la razza, la classe sociale a creare le relazioni sociali, ma sono i codici e i modelli creati dalla proliferazione delle immagini, a produrre quell’iperrealtà che arriva ad abolire il reale e l’arte stessa.

Roberto Cristiano

 

 

 

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