Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’, che si terrà, come è noto, a Napoli, dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo, presenta oggi l’artista Raffaele Miscione che partecipa con alcune suoi dipinti al festival che si può, come è noto, idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano, al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a quattro stanzette dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’. Per il ‘Mediterraneo’ saranno esposte opere dedicate ai migranti, all’inquinamento ed alla grande cultura. Raffaele Miscione esporrà le sue opere nel ‘Salone delle Velette’ con opere inserite nel tema di ‘Madre Terra’.
Parlare di ‘Madre Terra’ oggi è parlare di crescita, quella vera, quella dell’uomo, dell’intelligenza, dei rapporti umani, del rispetto per l’ambiente, quella spirituale, che oggi è in disaccordo con chi ha vissuto al disopra della sue possibilità sfruttando l’impossibile su questo pianeta.
Continuare a perseverare in modo ostinato su questa strada, serve solo gli interessi economici di quei pochi, che tentano disperatamente di sopravvivere il più a lungo possibile, con il loro fardello di menzogne, ma è tutto inutile, perché questo ciclo storico basato sull’ignoranza e la poca consapevolezza, si sta concludendo.
Deve essere chiaro che i cambiamenti veri ed autentici nascono prima dentro di noi. Le emozioni negative che emana la massa, che sono a bassa frequenza, producono squilibri energetici paurosi ed i nostri cuori, lo spirito, la coscienza, che dovrebbero essere tutt’uno con noi stessi sono in realtà dissociati dalla nostra ‘essenza’ intima.
L’uomo preferisce guardare verso l’esterno, anziché guardare, scrutare e curare il suo ‘io interiore’. Il compito dell’artista, interiormente compiuto, è masticare questa lacerante dissonanza per vomitarla di getto attraverso le sue creazioni.
Questo è ciò che accade con Raffaele Miscione, ‘Pittore della luce’, che esprime nelle sue opere l’energia del Vesuvio, l’energia dell’Anima, attraverso il ‘getto’ manipolatore del colore che esprime la sua vivacità interiore.
Parliamo con Miscione, sia chiaro, di un artista molto affermato nell’arte informale che si esprime in opere estremamente diversificate, spesso caratterizzate da libere pennellate con densi strati di colore, dipinti all’insegna dell’improvvisazione, in modo che l’evento artistico, svuotato da qualsiasi residuo valore formale, si esaurisca con l’atto stesso della sua creazione. Parliamo di ‘informale materico’.
Ad esempio Miscione, inserisce in alcune sue opere, un misto di tessuti di San Leucio e cartoni di imballaggio, facendoli divenire un’opera unica. Sul tessuto, e sul cartone ondulato ci lavora, per creare un’opera all’insegna della bidimensionlità, realizzata con una pittura d’azione in cui il colore è steso con gesto istintivo, quasi violento.
Raffaele Miscione nasce a Napoli e si diploma all’Istituto Statale D’Arte. Il suo linguaggio pittorico si delinea e si perfeziona, come dicevamo, nel segno dell’informale, con la ricerca di materiali che esprimano ricerca e sperimentazione attraverso una ricerca compiuta di toni e di luce che rappresentano la sua cifra riconoscibile delle sue opere. Ascoltiamo Gianni Nappa: ‘Parliamo di elementi riconoscibili che non portano al di fuori del percorso ben tracciato da cromie equilibrate e materie. Una naturale evoluzione che l’artista ha accompagnato attraverso un impegno nel ricercare non già una sperimentazione, ma una essenza da far toccare concretamente ai sensi ed al tatto, propri di quell’esigenza di espressione mediata che l’artista ha sempre presentato come sua cifra riconoscibile, e sempre nella condizione di una ricerca tonale e di luce, che sapesse essere resoconto del suo sentire per emozioni, piuttosto che per racconti, che invece il figurativo per forza di cose realizza. Opere dove le tonalità vinaccia così come nei blu e colori medi, impegnano il primo sguardo di chi viene richiamato proprio da queste tensioni luminose, che insieme alle scelte di elementi come soldatini e altri materiali come pelle e tessuti, sono la struttura di un sentimento che in elegante stesura Miscione crea con maestria’.
Miscione nelle sue tecniche è multiforme e polivalente: può esprimersi a grafite su grandi e medie dimensioni, con una carrellata di figure e soggetti che esaltano l’attualità e che, in chiaroscuro, approdano ad una dimensione onirica al di fuori della realtà. La sua ricerca non disdegna il ritratto dove raffigura una umanità raffigurata nei suoi molteplici aspetti o, diversamente, oggetti della storia di un paese che Miscione offre agli osservatori con la sola grafite che impressiona le tele e i cartoni.
Dalla terra natia riprende le forti connotazioni mediterranee in una pittura di memoria che pesca in ricordi di ‘appartenenza’, come i colori gualciti dei vecchi muri di Napoli, gli intonachi dei vicoli, la lava del Vesuvio, le porosità dei tufi illuminata da una luce descrittiva che li fa esplodere.
Miscione ha alle spalle un percorso, ed un bagaglio espositivo folto, coronato di premi che fanno seguito alle tante mostre che costituiscono il suo bagaglio espositivo. In questa personale Miscione presenta la sua ultima produzione tutta a grafite su grandi e medie dimensioni, con una carrellata di figure e soggetti che esaltano l’attualità e che in chiaroscuro impegnano ad una dimensione onirica al di fuori della realtà. Grande impatto e grande capacità dell’artista di rivisitare miti familiari e collettivi. Nella ricerca continua che Miscione persegue, la forma del colore ha sempre avuto importanza, e il suo lavoro è passato dalle iniziali esperienze figurative di marcata adesione alle ipotesi del reale all’informale. Nelle tante tecniche e materiali che Miscione lavora si legge una personale ipotesi che sa essere pensiero stesso dell’azione del fare arte oggi. Quindi la pittura, come formula certamente legata alla conoscenza delle regole tecniche, ma imperniata soprattutto sulla capacità di ‘immaginare’ dell’artista, e nella sua personale impronta fatta di slanci mediterranei dove i colori si uniscono a nuove tensioni cromatiche.
Roberto Cristiano