Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’, che si terrà, come è noto, a Napoli, dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo, presenta oggi l’artista ‘Ulderico’ che partecipa con alcuni suoi dipinti al festival che si può, come è noto, idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano, al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a quattro stanzette dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’. Per il ‘Mediterraneo’ saranno esposte opere dedicate ai migranti, all’inquinamento ed alla grande cultura. Ulderico esporrà le sue opere al ‘Mediterraneo’, al secondo piano nel ‘Salone delle Velette’.
‘Ulderico’ è il nome d’arte di Ulderico Di Domenico che nasce a Napoli e lascia intravedere nelle sue opere un forte legame con la tradizione partenopea. Tradizione che, sia chiaro, viene artisticamente rivisitata, partendo dal mare. Ulderico ama il mare nel quale vede il suo ‘elemento naturale’ e lo usa per comunicare. L’artista pesca in ‘apnea’ il ‘polpo’ perché ha scoperto la sua intelligenza e la relativa capacità ‘mimetica’.
Soffermatevi attentamente su questi termini: ‘Apnea’ e ‘Capacità mimetica’, visto che queste due capacità e doti li ritroviamo nelle sue capacità artistiche. ‘Ulderico’ crea in ‘Apnea’, poi riemerge e consegna le sue creazioni ‘Mimetiche’. Il mimetismo artistico, o camuffamento, si riferisce a qualsiasi metodo utilizzato per rendere meno rilevabili i significati legati all’idea della creazione, celati attraverso l’applicazione di colori e materiali utili a nascondere all’osservazione visiva e far sembrare qualcos’altro. Il polpo, ad esempio, ha per lui qualcosa di ancestrale che identifica il ciclo della vita’. Ulderico fa suo il motto di Picasso ‘L’arte non serve a decorare i muri ma è strumento di guerra offensivo e difensivo’. Cosa vuol dire? Che nesso c’è tra Ulderico, il mare, il polpo ed il Mediterraneo? E lo strumento di guerra offensivo e difensivo? Ma chi scrive, si chiederà il lettore, ha le idee chiare? A me sembra, penserà, che salti di palo in frasca. Invece, no! Mediterraneo, è ovvio, ci fa pensare di primo impatto al mare, ma ‘Mediterraneo’ è anche migrazione e cultura. Cultura dell’accoglienza, cultura dell’interscambio di tradizione, cultura di confronto non ‘offensivo’ di religioni, cultura di ‘fratellanza’. Ulderico è il fondatore di ‘Artestesa’, che occupa spazi non ‘deputati’ all’arte, appesa ad un filo come sospensione spazio temporale, collegamento globale ‘non globalizzante’ per creare imbarazzo a chi con l’arte fa Business. ‘Artestesa’ si propone di indagare le modalità in cui le scienze umane e l’arte rispondono alla crisi contemporanea della migrazione forzata. Un tema chiave del progetto è appunto indagare le possibilità di ‘risposta’ alla crisi umanitaria, culturale, politica ed economica delle migrazioni contemporanee, a partire da nuove prospettive teoriche e narrative/artistiche del fenomeno, capaci di aprire nuove possibilità di trasformazione culturale e materiale. Per Ulderico l’arte è un obbligo, interiore essenza dell’artista che crea per comunicare, per trasferire qualcosa che è in lui, ma non a livello conscio o razionale. Ulderico ha sperimentato la sua arte in ogni direzione, dalle performance alle installazioni, ai dipinti su tela, alle sculture in diversi materiali.
Ulderico, oltre ad essere un raffinatissimo artista è un ‘performer’ che risponde alle nuove esigenze artistiche integrando in maniera armonica diverse discipline. La performance, consultando un dizionario, viene descritta come forma di produzione teatrale, o genericamente artistica, nata negli Stati Uniti e diffusasi intorno al 1970, basata sull’improvvisazione dell’artista e sul coinvolgimento del pubblico. Non è così! Il performer non è un attore, ma è colui che ‘compie’ un’azione per dare un senso concreto ad una espressione. Espressione del corpo che si esprime, anche in modo silente. In pratica, in questo caso, si esprime con un linguaggio muto. Il performer può esprimersi in modo imprevedibile, in modo drammatico, ed in modo irripetibile. Il performer può esibirsi in un’improvvisazione jazzistica, utilizzando tecniche multimediali per coinvolgere il pubblico. Ma il performer crea una linea di continuità artistica se si esibisce in una galleria d’arte, ad esempio, per creare una osmosi tra lui e le opere esposte. Un artista alchimista che fonde e coagula le materie attraverso diverse metodologie. Parlo in questo caso della performance ‘L’intimo che ti rode’, realizzata da Ulderico nel suo studio in Palazzo Real Monte Manzo di Scala durante la prima edizione di Arteperformingfestival nel giugno 2016.
Ulderico ha all’attivo numerose performances, istallazioni, mostre personali e collettive, ha condiviso esperienze artistiche con: Sex and Violence, Studio Aperto Multimediale, Rookerynoock, Eretici Sfrattati, Cpoi, Vozla, Oni Wong (ognissanti), Salvatore Vitagliano, Jo di Sera, Teatro Spazio Libero, Studio Teatro, Frog, Roberto Del Gaudio, Marco Zurzolo, -Salvatore Cantalupo, Hermann Nitsch, Gabriella Grossi, Sesè, Lisa Weber, Amanda Lear ed altri.
E’ in guerra con la società e con il mercato perché non permette di vivere d’arte, non scende a compromessi, non segue le correnti, non fa salotto, non frequenta le persone che contano: ‘Non mi adeguo. Ma la mia arte è la mia ancora. E fintanto c’è lei io continuo per la mia strada, senza cambiare direzione’, afferma.
Bellissimi e particolari i suoi ‘cornicielli’ portafortuna, i corpi del Baccalà, e i meravigliosi Pulcinella, da lui rivisitati, i sopracitati polpi e Bastiano Purpo martire. Artista eclettico che ha sperimentato la sua arte in ogni direzione esponendo a Berlino nel 2015 con ‘Neapolitan Fire’, personale, in Berlinutte Art Space.
Roberto Cristiano