Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’, che si terrà, come è noto, a Napoli, dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo, presenta oggi l’artista Vittoria Salabelle, che partecipa al festival che si può, come è noto, idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano, al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a quattro stanzette dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’. Vittoria Salabelle esporrà le sue opere al primo piano nel salone delle Cortigiane per il ‘Femminile’. Vittoria Salabelle nasce a Napoli, studia presso un liceo d’arte, frequenta corsi di graphic design, illustrazione e pubblicità. Si laurea in Disegno Industriale per la Moda col progetto C.Art – ‘Un gioco Manuale per Bambini Digitali’, poi un anno tra Berlino e Amsterdam, dove partecipa alle selezioni per un Master alla Design Academy di Eindhoven. Fu scelta per un ruolo in ‘Information Design’. Consideriamo che Vittoria è anti-digital e preserva sempre la matrice manuale in tutti i suoi lavori. Il digital, è chiaro, non imprime l’autenticità del lavoro, cosa che avviene con l’analogico.
Vittoria ha sviluppato il ‘By Hand’, progetto di ricerca incentrato sull’importanza della pratica artigianale nell’era digitale. E ha scelto le mani per rappresentare questo concetto attraverso mani di uomini e donne che toccano qualcosa. Ha estrapolato e ritagliato le mani, le ha classificate e le ha messe ‘sotto vetro’ per rappresentare visivamente l’importanza dell’esperienza fisica, mentre l’azione del ritaglio è una metafora per riflettere sul lavoro manuale e l’esperienza del ‘contatto’ che si perde nel mondo virtuale. La Salabelle subisce il fascino della mano e dei suoi movimenti perché un movimento della mano può esprimere meglio delle parole un sentimento, facendole divenire una estensione del pensiero. Le mani sono strumento di creazione, di conoscenza con il tatto che prevale sui 5 sensi proprio per il suo valore pratico e tangibile.
Non dimentichiamo che Vittoria è napoletana, come lo è chi scrive, e trova impossibile non esprimersi, anche artisticamente, con le mani: parole e gesti che divengono comunicazione, trasferimento di pensiero, vivacità. Meglio ancora: vivacità e simpatia. Mentre scrivo rido ricordando di quando a ‘Drive in’ Gianfranco D’Angelo imitava Ciriaco De Mita, allora presidente del Consiglio. Gli viene chiesto: ‘Lei parla inglese?’. E lui: ‘Yes, m’arrang che man.. (mi esprimo con le mani)’. Ironia o meno è la pura verità ed è un punto in più per chi è nato a Napoli. Cosa vera tanto nella realtà, quanto nell’arte. Il processo creativo di Vittoria parte dalle mani che la guidano perché toccando si ha il senso reale di quello che si sta facendo e creando. E’ un procedimento inverso rispetto al pensare, trasmettere al cuore, ed inviare alle mani, come abitualmente avviene nel design. L’elaborazione emotiva e creativa per Vittoria parte dalle mani. Per una designer, ripeto, la creazione parte dalla testa che ‘costruisce’ un’emozione e la trasferisce alle mani. L’emozione trasferita secondo questo assioma è ‘fredda’ e, quindi, non coinvolgente. Il pensiero artistico, in molti casi, parte dalle mani. Basterà pensare, per esempio, a chi lavora con la creta.
Altra particolarità di Vittoria risiede nell’affidarsi alla casualità, come avviene per i suoi dècollage, dove la creazione dell’ immagine avviene rimuovendo parti dell’immagine originale.
La Salabelle lavora ritagliando visi o mani per il semplice gusto dell’azione e ricrea le immagini raccontando storie che sono avulse dalla sua coscienza. Ha analizzato le mani delle donne e degli uomini in due numeri di Vogue Italia, estraendoli dal loro contesto originario e trattandoli come preziosi esemplari necessari per essere conservati e mostrati. L’azione di taglio e estrazione delle mani dalla rivista è una metafora e la tecnica del dècollage viene utilizzata per riflettere sull’esperienza manuale. La modifica delle informazioni provoca l’interesse di ciò che queste mani toccano, simbolizzando e osservando l’importanza dell’esperienza fisica. Il progetto include i temi originali di Vogue da dove vengono tagliate le mani come inventario visivo delle mani. Nel suo progetto ‘San Gregorio’ scansiona le mani dei pastori realizzate dagli artigiani di San Gregorio Armeno, e poggia le sculture sul vetro di un mezzo digitale, il quale senza alcun tipo di alterazione o manipolazione ne esalta l’azione e il pathos.
Roberto Cristiano