Proposta di legge ‘Fiano’ e reclusione per i gadget del Duce

L’articolo unico della proposta di legge Fiano, che introduce il reato di propaganda del fascismo e del nazifascismo,   arriva alla Camera tra polemiche, prese di distanze e ironia. Una legge ai limiti della costituzionalità, che di fatto reintroduce il reato di opinione ma a senso unico.

Il testo propone l’introduzione dell’articolo 293 bis del Codice penale per definire e ampliare i reati già previsti dalla Legge Scelba del 1952 e da quella Mancino del 1993. La norma, a firma Emanuele Fiano (Pd), prevede la reclusione da sei mesi a due anni

Punire chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del Partito fascista o del Partito nazionalsocialista tedesco o chi ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità. È questo l’obiettivo della Proposta di legge 3343, che chiede l’introduzione dell’articolo 293 bis del Codice penale. Il testo, che ha come primo firmatario il deputato del Partito democratico Emanuele Fiano (Pd), è approdato in Aula alla Camera. Propone di sanzionare comportamenti come il saluto romano e la vendita di gadget fascisti o nazisti, prevedendo un’aggravante per chi si avvale di strumenti telematici o informatici.

Ecco il testo ufficiale del provvedimento che prevede, tra i delitti contro la personalità interna dello Stato, la propaganda del regime fascista e nazifascista con la reclusione fino a due anni, anche per  un semplice gadget.

Le condotte penalmente rilevanti sono individuate nella propaganda di immagini o contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco ovvero delle relative ideologie, anche solo mediante la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni che raffigurino persone, immagini o simboli chiaramente riferiti a tali partiti o ideologie; nel richiamare pubblicamente la simbologia o la gestualità del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco ovvero delle relative ideologie.

Costituisce aggravante del delitto con aumento di un terzo della pena la propaganda del regime fascista e nazifascista commessa attraverso strumenti telematici o informatici. L’aggravante riguarda quindi sia i siti internet con contenuti di propaganda delle ideologie fasciste e nazifasciste sia il merchandising online dei gadget e degli altri beni chiaramente riferiti al partito e all’ideologia fascista o nazifascista.

A proposito del testo, gli esponenti dem David Ermini, Stefano Esposito, Simona Malpezzi, Alessia Morani, Alessia Rotta, con una nota, parlano di una buona cosa, condivisibile da tutti, visto che l’apologia di fascismo è reato e che troppo spesso i confini che hanno permesso manifestazioni offensive nei confronti della nostra storia a difesa della libertà dal regime nazi-fascista sono stati superati ignobilmente.

 

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