Prostituirsi per necessità e per lucro. Casalinghe, studentesse e gigolò

C’è la crisi, e la crisi ha preso un po’ tutti e tutte. Le prostitute di strada, anche dopo le nuove leggi, oltre alla crisi cominciano a sentire il calo dei clienti. Quindi chiudono il loro negozio del piacere, cosi come chiude il negozio sotto casa di altri prodotti. Ma per loro arriva anche una concorrenza sempre più in crescita che è quella delle casalinghe, “casalinghe disperate”, prostitute improvvisate per necessità e le ragazze, spesso ragazzine, per non rinunciare alle bellezze effimere che la nostra società consumista purtroppo offre. Quindi abbiamo da un lato le casalinghe che devono arrivare a fine mese o che non sanno come pagare l’’ipoteca sulla casa, o di donne separate e divorziate che non riescono ad andare avanti con il mantenimento (se ce l’hanno) del marito, e dall’altro giovani donne che non hanno ancora un bilancio familiare da far quadrare ma che non vogliono rinunciare al capo firmato o allo smartphone all’ultimo grido. E’ purtroppo l’’identikit delle insospettabili prostitute della porta accanto, donne che si spostano di pochi chilometri per offrire sesso a pagamento, correndo il minimo dei rischi che una pratica part time del genere prevede, sia per la venditrice che per l’acquirente. Diciamo pure che è evidente il disagio sociale alla base di queste scelte, anche se non ci sono solo casalinghe, che cercano di ‘arrotondare’ all’insaputa del marito ma anche ragazze che magari si prostituiscono una volta al mese per pagarsi il capo firmato.

Tutto ciò è molto triste, anche se qualcuno direbbe, almeno non delinquono e non hanno gli sfruttatori, e sono più pulite. E’ un fenomeno talmente nascosto che è quasi impossibile da valutare e anche molto difficile da arginare. Complice, molto spesso, di questa prostituzione occasionale o continuata, con un quasi sentimento alla base, è la tecnologia. Il web che se da una parte è riuscito da solo a debellare quasi del tutto l’altro fenomeno legato alla prostituzione, lo sfruttamento e lo scempio per strada, dall’altra parte ha incentivato il “lavoro” a casa. Va anche detto che spesso queste nuove venditrici di sesso sono laureate (una su quattro, poco meno delle diplomate, che rappresentano il 34% del totale), talvolta poliglotte (l’11% dichiara di parlare correntemente una lingua straniera). L’orario di lavoro cambia, non è più quello delle belle di notte, ma va dalle 10 alle 12 e dalle 14,30 alle 16,30.

Quindi, diremo le “belle di giorno”, che regalano piacere mordi e fuggi a pagamento nelle ore meno sospettabili per il marito e la famiglia. Insomma queste prostitute a tempo parziale, sono per lo più “casalinghe disperate” o “studentesse”, meglio se fuorisede. Hanno molta dimestichezza con internet, si avvalgono principalmente di questo mezzo per procacciarsi clienti. Altri mezzi di grande aiuto per loro ora possono essere i social come Facebook o Twitter. Da indagini statistiche risulta anche che c’è chi fa lavori part-time e pensa di arrotondare lo stipendio offrendo prestazioni sessuali a pagamento tra le mura di casa propria, tra un turno e l’altro, e pare che la maggioranza siano le operatrici dei call center ma anche le operaie (12%) e le impiegate (11%). Insomma queste nuove prostitute, rappresentano ormai il 50% del mercato, e non sono le immigrate, ridotte in schiavitù e costrette a vendere il proprio corpo perché prive di alternative, bensì donne per lo più italiane, magari impegnate e culturalmente preparate, che vendono le loro grazie attraverso il web e accolgono i clienti nei ritagli di tempo per avere una ulteriore fonte di reddito.

Ma non dobbiamo dimenticare, anche per “par condicio”, un altro fenomeno in aumento, quello del “gigolò”, cioè del prostituto, che non trova lavoro, o non riesce a soddisfare i bisogni familiari, che appartiene alla schiera dei belli e possibili, eleganti, affabili, con i muscoli al posto giusto, e diventa uno dei maschi da affittare per una cena, per andare a teatro, ma soprattutto per fare sesso, e alla moglie racconta del doppio turno di lavoro, o un altro lavoro per arrotondare, magari umile e stancante. Cosi ha la scusa per evitare il sesso quella sera, e poi c’è il Viagra che aiuta. Le donne moderne, casalinghe annoiate dell’altra Italia ricca e borghese, perché esiste anche quella, ma meglio se single e con un bel conto in banca, sono disposte sempre più spesso a comperarsi le loro notti d’amore. Certo che la situazione è triste, molto triste anche se io farei una netta distinzione tra le due forme di prostituzione: quella fatta per necessità e quella fatta per lucro. La seconda è senz’altro più disdicevole della prima.

Gennaro Ruggiero

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