Anche additivo per carburante, tra il materiale utilizzato per produrre le protesi mammarie, finite al centro di uno scandalo sanitario in tutto il mondo. A darne notizia, la radio francese “Rtl”, sottolineando che gli avvocati delle vittime hanno chiesto nuove analisi. Secondo la radio, che avrebbe contattato ex impiegati dell’azienda francese Poly Implant Prothese (Pip), le protesi contenevano un mix di prodotti a grandi gruppi chimici e la cui nocività sull’organismo non è stata mai testata clinicamente. Tra questi, anche un additivo per carburante, il Baysilone, oltre al Silopren e al Rhodorsil, utilizzati nell’industria della gomma. Tutti materiali che potrebbero essere all’origine della rottura delle protesi.
La Pip è accusata di aver prodotto migliaia di protesi con gel non corrispondenti agli standard richiesti, 10 volte meno cari del materiale a norma, con un’alta probabilità di rottura dell’involucro, un’elevata possibilità di infiammare i tessuti e il rischio di provocare un tumore al seno. Nel mondo sarebbero 300mila le donne con protesi Pip, in Francia 30mila, in Italia 4.300.
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