PROTESTA DEI RISTORATORI DELLA CAMPANIA: CORTEO DI AUTO SULL’A1

Avanzano in direzione della Capitale e, al grido di “Lavoro, lavoro” e clacson azionati – come grida di aiuto di chi è ridotto sul lastrico – hanno organizzato una manifestazione di protesta, in atti da stamattina, che appare come un corteo funebre delle piccole e medie aziende, nelle parole degli stessi manifestanti.

A causa di questa iniziativa pacifica, si sono create sull’autostrada Napoli-Roma, code per oltre 30 chilometri.

Titolari e personale dei vari comparti della Ristorazione dell’intera Campania, protestano civilmente contro le altamente penalizzanti misure restrittive imposte dal Governo, per far fronte ai contagi covid, e chiedono alle autorità preposte, risposte urgenti e concrete per le proprie attività gravemente provate da una crisi tremenda che sta portando alla chiusura di tante realtà prima floride.

Tra essi, gli associati Assopic, “Associazione Partite Iva Campania, filiera ristoranti bar ville ricevimenti chef camerieri tutti uniti con precise e urgenti richieste”, con il presidente Antonio Siciliano (Bar Napoli) e il vice Gerardo Coppola (Wave Lounge Bar).

“Il settore Horeca della Campania ha deciso di manifestare pacificamente sul tratto Napoli-Roma autostrada A1, dove oltre 300 autovetture stanno percorrendo a bassa velocità l’autostrada, al fine di far comprendere il devastante disagio patito, e che continua a gravare inesorabilmente sulle nostre attività” – spiegano Siciliano e Coppola.

I manifestanti denunciano le “aperture e chiusure a intermittenza” sottolineano che i loro locali “non sono focolai” dove “il virus si annida di preferenza, rispetto a tanti altri luoghi, esercizi e mezzi pubblici, che risultano tuttora affollati, in barba alle distanze di sicurezza prescritte, ma non attuate di fatto”.

I continui e dannosi “stop and go” hanno portato dunque i dimostranti a organizzare questo corteo di auto per fare sentire la loro vice, rimasta finora concretamente inascoltata.

È grande e motivata l’esasperazione e pure l’allarmante tensione di chi lavora nella Ristorazione e negli altri settori tartassati, purtroppo in fortissima crisi.

Troppe attività sono sull’orlo del fallimento.

Negli scorsi giorni si sono tenuti vari incontri, tra gli altri un sit-in a Lucrino, da Pozzuoli è stata lanciata una petizione per la costituzione di un’associazione che riunisca tutti i ristoratori campani e il nuovo movimento ha già raccolto centinaia di adesioni.

Apertura degli esercizi fino alle 24, inclusi sabato e domenica; abbattimento delle imposte e delle tasse di tutto il 2020 e per tutto il 2021; annullamento degli oneri fiscali, tributari, contributivi e condoni degli anni precedenti; reale accesso al credito bancario agevolato e finanziamenti a fondo perduto: ecco quanto richiesto da Movimento in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio dei Ministri. In essa vengono evidenziati i danni e il forte disagio che le categorie HO.RE.CA, Alberghiera Organizzazione Eventi, vivono ormai già da diversi mesi.

Una situazione che si aggrava giorno dopo giorno e che preoccupa massimamente tanti da essere diventata allarmante, tanto da portare all’esasperazione i tantissimi interessati.

I manifestanti richiedono pure “il riconoscimento di un indennizzo immediato per i costi fissi di impresa (fitti, componenti energetiche); l’assorbimento degli oneri contributivi del personale da parte dello Stato per i prossimi tre anni; l’allargamento della fascia protetta anche per gli over 30 e l’accettazione obbligatoria per i proprietari del credito di imposta per i canoni di locazione“. Inoltre, avanzano la richiesta di indennizzo minimo per le attività, anche quelle aperte dal primo gennaio 2019, indipendentemente dal fatturato, che sono state lasciate a se stesse e finora escluse da qualsiasi aiuto specifico, e per il riconoscimento di ristori, anche per fondamentali indotti del settore, quali sono le aziende casearie e quelle vinicole.

Sulla Casilina, sarebbero in atto in questo momento delle misure per bloccare i manifestanti e non farli arrivare a Roma al Parlamento, nonostante si tratti di una manifestazione pacifica è ampiamente motivata.

Teresa Lucianelli

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