Ritorna in campo il governo gialloverde. Dopo le aperture di Matteo Salvini alla proposta di Luigi Di Maio di discutere sul ruolo di Paolo Savona nell’ Esecutivo politico, la macchina si è rimessa in moto. In questo quadro, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, disposto a concedere un minimo di tempo a M5s e Lega, si tiene in contatto con gli altri vertici istituzionali. In mattinata ha incontrato al Quirinale il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati. Ed ha avuto un lungo colloquio telefonico con il presidente della Camera Roberto Fico. Al Colle potrebbe appalesarsi proprio Salvini, si ragiona in ambienti parlamentari, per fare un punto con il Capo dello Stato, che fino a questo momento non avrebbe comunque ricevuto segnali netti sulla ripartenza della trattativa tra i pentastellati ed il Carroccio.
Paolo Savona prova a facilitare il nuovo dialogo Mattarella-Lega-M5S gettando acqua sul fuoco relativamente alla possibilità di un default del debito pubblico italiano: ‘Non c’è alcuna possibilità di default del debito pubblico italiano. Lo devono capire’, con una presa di posizione tesa a confermare, almeno in controluce, una visione europeista, per quanto eterodossa. In sostanza, è un richiamo alle istituzioni comunitarie, in particolare alla Bce, affinché raffreddi la speculazione sui nostri titoli di Stato.
Il leader della Lega non intende cedere ai ricatti, specie quelli che, a suo giudizio, arrivano dalla Germania. Anzi è piuttosto indispettito dalla retromarcia del leader M5S che prima chiede addirittura l’impeachment per Mattarella e poi accetta i veti del Capo dello Stato su Savona proponendo di cercare un nome in alternativa.
Da nemico giurato che organizza la contromanifestazione del 2 giugno a leader politico appiattito sulle posizioni del Colle ottenendone il perdono. Da incendiario a pompiere in 72 ore. Salvini impegnato ore nella campagna elettorale per le amministrative del 10 giugno, già in mattinata aveva subito bollato come una ‘mezza idiozia’ l’apertura dei 5 Stelle di dar vita a un governo politico dopo lo scotto della bocciatura di Conte. E la Lega, che secondo i sondaggi viaggia tra il 25 e il 30%, votando a ottobre avrebbe avuto il trionfo assicurato. O alla guida di un centrodestra con Forza Italia ridotta ai minimi termini, oppure come socio di maggioranza di un futuro governo con l’M5S. Solo che, questa volta, Di Maio si è messo di traverso lasciandolo alle prese con una decisione difficilissima: accettare di spostare Savona a un altro ministero o portare il paese alle urne il 29 luglio.
In ogni caso una decisione non sarà presa nelle prossime ore tanto più che il Quirinale ha concesso tempo fino al weekend. ‘Vedremo’ è stato il laconico commento di Salvini che per ora continua a dichiarare: ‘Spostare Savona mi sembra una scelta strana. O partiamo con la squadra concordata, con l’aggiunta di Giorgia Meloni, oppure avrà vinto chi dice sempre no’.
Ma molti nel suo partito continuano a pressare per un passo di lato e incassare subito il risultato senza andare a nuove elezioni. Una soluzione potrebbe essere lo spacchettamento del Mef: alle Finanze resterebbe Savona, al Tesoro un’altra figura sempre della Lega, ma meno invisa ai mercati e all’Europa e alcune delle deleghe, come le partecipate, andrebbero al sottosegretario a palazzo Chigi, ovvero a Giancarlo Giorgetti. Ma a Salvini non basta. Il leader della Lega è fermo sul nome di Savona all’Economia e in tarda serata si chiede: ‘Per quale motivo dovrei cedere al ricatto della Germania? Minacciano il voto il 29 luglio? Io non ho certo paura!’.
Sullo sfondo, il governo tecnico di Carlo Cottarelli, sempre pronto a tornare in pista, con la lista dei ministri pronta, qualora l’evolversi della situazione politica lo rendesse necessario. Una novità del ritorno del governo Salvini-Di Maio potrebbe essere rappresentata dalla cooptazione di Fratelli d’Italia che rimpolperebbe significativamente la maggioranza, soprattutto al Senato. Tant’è che c’e’ grande attesa per un vertice M5s-Lega al quale dovrebbe partecipare anche la leader di Fdi, Giorgia Meloni.
Antonella Di Pietro