“ Il tentativo di suicidio di Provenzano è una bufala”, queste sono le parole di Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Quello messo in atto dal carcerato è stato un maldestro tentativo di simulazione di suicidio, probabilmente per evitare la visita psichiatrica già programmata”, continua il Segretario, “non a caso, le modalità del presunto tentativo, sarebbero avvenute quasi in presenza del preposto di Polizia penitenziaria addetto alla sorveglianza del detenuto, poliziotto che comunque è stato bravissimo ad intervenire nell’immediatezza per scongiurare che anche il maldestro tentativo potesse in realtà avere gravi conseguenze”. Provenzano avrebbe tentato di togliersi la vita nella sua cella del carcere di Parma, infilandosi la testa in un sacchetto e a salvarlo sarebbe stata una guardia penitenziaria del Gom, il gruppo operativo speciale del Dap.A parlare è stato anche il legale del boss, Rosalba Di Gregorio, chiedendo adesso venga aperta al più presto un’inchiesta “per capire cosa realmente” sia accaduto in cella.”Che cosa ci faceva un sacchetto di plastica dentro la cella a regime di 41 bis, si chiede il legale, è stato un tentativo di suicidio o qualcosa di diverso? Dobbiamo pensare che qualcuno lo voleva eliminare. Inoltre, il legale lamenta che la famiglia di Provenzano non sarebbe stata avvertita di quanto accaduto. “Ho sentito il figlio Angelo che non sapeva nulla e neppure io sapevo niente,eppure sono il suo legale”, aggiunge.Provenzano, che dopo l’arresto avvenuto nel 2006 in un casolare nei pressi di Corleone, è detenuto in un reparto speciale del carcere di Parma, reduce da un tumore alla prostata, soffre anche di un inizio di Parkinson e di un’encefalite destinata a peggiorare. Questa mattina l’avvocato chiederà al Presidente della Corte d’assise d’appello di Palermo, presieduta da Biagio Insacco, nel corso di un processo per omicidio che vede imputato lo stesso boss, se “dopo il gesto eclatante di ieri davvero si ritiene che Provenzano sia compatibile con la detenzione in carcere.“È difficile dire se Bernardo Provenzano abbia davvero tentato il suicidio o se abbia soltanto simulato. In ogni caso, anche una simulazione sarebbe un gesto alquanto anomalo, insolito per un boss del suo calibro. Un segno di profonda debolezza, quasi di resa direi”. Ha commentato il Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, “una simulazione sarebbe però ancora più strana e anomala, rivelerebbe uno stato d’animo indebolito del capomafia. Vorrebbe dire che per lui sono venute meno tutte le speranze e che potrebbe avere avuto un crollo morale. Se di morale di può parlare nel suo caso. Una sorta di resa, insomma”.
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