Purtroppo stavolta è vero: Ciro è morto!

Ci avevamo sperato dopo che ieri la morte di Ciro Esposito era stata smentita, ma le speranze si sono spente all’alba di questa tragica mattinata. Ciro è morto. È morto per seguire una passione, quella per il Napoli, in un Italia e in un calcio italiano spesso malato. Era il 3 maggio, era la sera della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Ciro, insieme a migliaia di tifosi, si era recato a Roma voglioso di veder alzare la coppa al cielo ai suoi beniamini, ma allo stadio non ci è mai arrivato ferito da alcuni assurdi colpi di pistola sparati, sembra, da Massimo De Santis, ultrà della Roma. I motivi? Ancora tutti da capire così come la dinamica. Era il 3 maggio dicevamo e “Dopo 50 giorni di rianimazione intensa e protratta – si legge nella nota del professor Massimo Antonelli, direttore del Centro di Rianimazione del Policlinico Gemelli  – il signor Ciro Esposito è deceduto per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali”. Chiusa nel suo immane dolore, la famiglia Esposito ha affidato il proprio pensiero a un comunicato emesso intorno alle 8 in cui si parla di Ciro come di un eroe, morto per salvare altre persone e si chiede giustizia affinché chi ha sparato e chi era con lui riceva la giusta pena per quello che adesso è diventato un omicidio. Ed ancora tutta la rabbia contro le istituzioni di cui “non è gradita la presenza” e contro chi quella maledetta sera gestiva l’ordine pubblico. Ma ecco le parole della famiglia Esposito: <<Alle 6 di questa mattina, dopo un calvario durato 50 giorni si è spento il nostro Ciro, un eroe civile. Quel maledetto 3 maggio il nostro Ciro e’ intervenuto in via Tor di Quinto a Roma per salvare i passeggeri del pullman delle famiglie dei tifosi del Napoli calcio. Il nostro Ciro ha sentito le urla di paura dei bambini che insieme alle loro famiglie volevano vedere una partita di calcio. Ciro e’ morto per salvare gli altri. Noi chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte. Daniele De Santis non era solo. Vogliamo che vengano individuati e consegnati alla giustizia i suoi complici. Vogliamo che chi, nella gestione dell’ordine pubblico, ha sbagliato paghi. Innanzitutto il prefetto di Roma che non ha tutelato l’incolumità dei tifosi napoletani.  Chiediamo al presidente del Consiglio di accertare le eventualità responsabilità politiche di quanto accaduto. Nessuno può restituirci Ciro ma in nome suo chiediamo giustizia e non vendetta. Vogliamo ringraziare tutti coloro che in questi 50 giorni hanno manifestato la loro solidarietà. Oggi non è gradita la presenza delle istituzioni che si sono nascoste in questi 50 giorni di dolore. Il nostro sentito grazie al personale medico e paramedico del policlinico Gemelli per la loro umanità e professionalità e a quei napoletani come il proprietario dell’albergo romano che ci ha fatto sentire il calore e l’affetto della nostra città. Al presidente del Napoli, al sindaco di Napoli e al presidente della ottava municipalità di Napoli va tutta la nostra riconoscenza>>. Ciro Esposito, quindi, è morto. L’Italia perde un giovane innamorato del calcio ma oggi ha perso il calcio, ha perso lo sport, abbiamo perso tutti.

Sebastiano Borzellino

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