Putin e la paura della libertà e della democrazia

Il ventennio di Vladimir Putin al potere è stato sempre contrassegnato dalla paura della libertà e della democrazia. Da Roma a Berlino, da Parigi a Londra, si sempre pensato ad una Russia incompatibile con la democrazia e con la libertà, quasi fosse connaturata, questa peculiarità, al dna del popolo russo, facendo così il gioco della spia di seconda generazione che ha spinto il Paese verso l’autoritarismo. Il tutto è avvenuto come se a noi non riguardasse. Adesso l’Europa sembra essersi risvegliata dal letargo, scossa dal sonno, dove volontariamente si era rifugiata, dal tuonare delle bombe e dal cigolio dei carri armati russi che sono entrati a Kiev. Nessuno crede alla propaganda populista di Putin, secondo la quale avrebbe deciso l’invasione dell’Ucraina a causa di un’eventuale quanto ipotetica adesione alla Nato. Questo non c’entra nulla e lo sanno bene i filoputiniani dell’ultima ora per i quali tutto quello che succede nel mondo è colpa degli Stati Uniti e dell’Occidente in generale. In realtà l’Ucraina secondo Putin, andava richiamata all’ordine e messa in riga, così come avvenne per l’Ungheria e la Cecoslovacchia. In altri termini non temeva il pericolo militare per un’eventuale adesione alla Nato quanto il pericolo, “contagioso” della libertà e della democrazia che avrebbe ostacolato il folle sogno di farsi incoronare Zar di tutte le Russie. Dopo il dissolvimento dell’impero sovietico l’Ucraina si è liberata dal triste passato comunista, si è aperta all’Occidente e alle sue influenze, soprattutto in termini di libertà e democrazia . E a rendere ancora più esaltante questo panorama pervaso da una vivacissima vita intellettuale, ha contribuito una tradizione religiosa molto variegata che accanto al Cristianesimo ortodosso ha visto da sempre il cattolicesimo uniate e dopo la caduta del muro di Berlino anche dei protestanti. Da non dimenticare la presenza ebraica che intellettualmente parlando, ha fatto da cerniera. E questo fermento socio-intellettuale ha permesso al Paese di lasciarsi rapidamente alle spalle il triste ricordo dello statalismo liberticida dell’impero sovietico e di avviare uno sviluppo che gli ha permesso, anche se lentamente, di conseguire traguardi di crescita eccellenti. Nel contempo è riuscito a stabilire un regime sufficientemente democratico restando sordo al canto delle sirene russe e al tentativo di “Protezione” offerto da Putin. L’Ucraina un grande Paese che attraverso mille difficoltà ha dimostrato la sua volontà di ricongiungersi con l’Europa democratica. E questo anelito verso la libertà e la democrazia, ha dato fastidio a Putin e alla sua corte di oligarchi, eredi di quello che fu il liberticida potere sovietico, quindi andava spazzato prima che diventasse contagioso e diventasse un esempio per gli stessi russi. E’ l’esempio di una parte del mondo che per tanto tempo è stato russo e ha avuto un’influenza enorme sulla cultura russa. Non dimentichiamo che Kiev fu la prima capitale russa e matrice del Cristianesimo in quelle terre. Un’ Ucraina che ha smesso quei sogni nostalgici di un passato che non tornerà, ma che continuano ad ossessionare la mente di Putin. La storia della Nato, delle  presunte persecuzioni poste in atto dagli ucraini contro i separatisti filo-russi, sono solo pretesti . L’Ucraina attuale va silenziata, perché lo Zar deve dimostrare al suo popolo che l’unica guida possibile è lui stesso e che dopo il comunismo non è possibile aspirare alla libertà e alla democrazia, le uniche sue paure che continuano a turbare i suoi sogni e a limitare le sue ambizioni. Ma presto quelle paure si trasformeranno in un incubo  e si materializzeranno. I fantasmi di tante vittime sacrificate sull’altare dell’ipocrisia e  dell’autoritarismo  grideranno vendetta, il popolo russo, quello dei lavoratori, dei giovani, degli studenti, della gente comune e non degli oligarchi, scenderanno in piazza al grido: ‘ Libertà’! ‘Libertà’! ‘Libertà!, allora Putin sarà costretto a pagare un alto tributo alla storia del suo Paese e all’umanità, come del resto è sempre accaduto nel corso dei secoli a tutti i despoti che lo hanno preceduto.

Andrea Viscardi

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