Putin offre a Tsipras una via di uscita dalla crisi

Il Presidente russo Putin nella visita ufficiale in Italia ha dato un segnale importante, in controtendenza rispetto alle provocazioni di guerra di Obama e della Merkel. Durante la conferenza stampa congiunta con Renzi all’Expo di Milano, Putin ha detto chiaramente che la politica delle sanzioni danneggia fortemente l’economia italiana, che ha già perso un miliardo a causa loro, e che anche se la Russia è stata esclusa dai G7 esistono altri format, come ad esempio i Brics, ovvero Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, che con la loro Nuova Banca per lo Sviluppo offrono crediti senza condizioni a grandi progetti infrastrutturali a cui partecipare. L’invito a lasciare la dittatura dell’Euro ed aderire ai Brics era stato formulato in precedenza anche al Premier greco Tsipras, durante la sua recente visita a Mosca. Per la Grecia si configura ormai come l’unica alternativa ai diktat della Troika (UE, BCE e Fondo Monetario Internazionale) che stanno mandando in rovina quel paese e letteralmente uccidendo i suoi cittadini, a partire dai bambini che non hanno neanche i soldi per mangiare a scuola, o gli anziani che rischiano di perdere la pensione per attuare le riforme imposte dall’Fmi che hanno peggiorato la situazione, invece che migliorarla. Putin ha sostenuto che le sanzioni alla Russia non sono giustificate visto che la Russia ha annesso la Crimea perché c’è stato un referendum, e sono stati i cittadini a scegliere la Russia. Putin ha definito il G7 un club di cui non fa parte la Russia ed offre l’alternativa della cooperazione coi Brics. “Stiamo lavorando in questo senso dallo scorso dicembre, con la petizione dello Schiller Institute per la cooperazione coi Brics, a cui continuano a giungere adesioni. Nella stessa Germania cresce l’opposizione interna alla folle politica della Merkel: l’industria tedesca, gli ex cancellieri Schmidt e Schroeder e perfino il ministro degli esteri Steinmeier (SPD), si sono pronunciati con durezza contro l’esclusione della Russia dal G7”, ha affermato Putin. La Federazione Russa svolge un ruolo di punta non soltanto nella cooperazione economica con l’Europa, a partire dalle forniture di gas che sono a rischio, ma anche nella lotta contro il terrorismo dell’ISIS. La decisione della Francia di chiudere nuovamente le frontiere a Ventimiglia, come fece Sarkozy anni fa, per impedire il passaggio ai migranti che cercano di unirsi alle loro famiglie in Francia o Nord Europa, dice molto sull’immoralità di questa Europa, che lascia Italia e Grecia sole ad affrontare l’emergenza migranti. “E’ ora che l’Italia e la Grecia escano dall’Europa degli speculatori, dei guerrafondai e dei criminali disumani, ed entrino a far parte dei Brics”, ha chiosato Putin. Il tallone d’Achille dell’Unione Europea è sicuramente la Grecia e potrebbe rivelarsi un’arma più pericolosa del previsto e Putin sembra averlo capito. Putin avrebbe proposto a Tsipras di entrare nella “Nuova banca di Sviluppo” dei Brics. “Brics” è l’acronimo, come dicevamo, che indica cinque paesi che hanno forti economie in via di sviluppo, una grande popolazione ed un territorio con innumerevoli risorse. Questi paesi sono Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Fino al 15 luglio 2014 questo acronimo era solo una delle tante parole puramente teoriche usate in economia internazionale. Ma, durante il sesto summit dei Brics, svoltosi il 14 luglio scorso, questa parola ha assunto un significato molto più ampio. I cinque paesi infatti hanno deciso di fondare una vera e propria entità politica, la già citata New Development Bank (Ndb). In essa ogni stato fondatore capitalizzerà una cifra già definita in partenza, proporzionale al proprio Pil. L’obiettivo di questo progetto è di fungere da alternativa al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale, ridimensionando così lo strapotere della moneta maggiormente favorita da questo sistema, il Dollaro. L’economia dei Brics rappresenta da sola il 25% dell’economia mondiale, ma questo peso ed importanza non è stato ancora riconosciuto all’interno dell’Fmi, dove i paesi appartenenti al Brics detengono solo il 10,3% dei voti. Le decisioni, a partire da questi giorni, non si prenderanno solo a Washington, sede sia del Fmi che della Banca mondiale, ma anche a Shanghai ,sede della Ndb. La Grecia è da qualche anno sull’orlo del baratro e la sua fine ormai, agli occhi di molti, sembra segnata. Il governo Tsipras sta facendo di tutto per salvare il paese in difficoltà ma la strada è in salita. Le casse dello stato greco sono vuote e i creditori, capeggiati dalla Fmi che ha prestato ingenti quantità di denaro alla Grecia, stanno bussando alla porta di Tsipras. Inoltre, come se non bastasse, lo stesso Fmi si è detto restio ad un eventuale terzo salvataggio nel prossimo futuro. La via di fuga per la Grecia è proprio la proposta di Putin arrivata sulla scrivania di Tsipras. Sembra probabile l’addio della Grecia dall’Fmi soprattutto perché la New Development Bank ha i fondi necessari a salvare la Grecia e non sembra farsi troppi problemi ad investirli per questa causa. L’obiettivo di Putin e degli altri membri del Brics sembra essere palese, ed è di far traballare l’Unione Europea grazie alla Grecia. Infatti, qualora la Grecia dovesse accettare l’invito ad unirsi ai Brics per non avere più problemi con i debiti, cosa potrebbe ancora ostacolare anche gli altri paesi europei in difficoltà dal fare lo stesso? Nulla, assolutamente nulla. Ciò significherebbe la disgregazione dell’Unione Europea, un vero e proprio cataclisma per gli Usa, la Fmi e la Banca mondiale. Il piano sembra essere perfetto, anche grazie alla miopia delle istituzioni che dovrebbero aiutare la Grecia ma che invece la lasciano in una situazione tragica, conducendola così tra le dolci braccia di Putin e dei Brics.

Cocis

 

 

 

 

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