Quanto una locuzione possa influire su una maggioranza di governo

La battaglia parlamentare sul tema della sicurezza.

L’ormai famosa locuzione “di notte” nel testo di legge sulla legittima difesa, prima aggiunta e poi ripudiata dopo gli sfottò dei media e degli avversari politici, ci dice tanto sui travagli della maggioranza di governo da qui alle prossime elezioni legislative. I mutamenti e i mormorii sono in atto da tempo, ma hanno subito un’accelerazione dopo la vittoria di Renzi alle primarie. Tra i tanti temi su cui il Pd a guida renziana dovrà inevitabilmente misurarsi e scontrarsi, sarà quello della sicurezza. Su tutto si potrà discutere ed opinare, dai temi sull’economia a quelli sul lavoro, sull’Europa madre o matrigna, ma sulla sensazione di insicurezza che i cittadini italiani percepiscono, c’è poco da discutere. La questione è una ferita aperta nell’identità di un pezzo della sinistra italiana. Non a caso il Ministro di Giustizia, Orlando, ha accusato Renzi di voler inseguire la destra sul tema della sicurezza. Secondo noi non si tratta di inseguire nessuno ma di usare solo un po’ di buon senso. Fissare dei punti cardini da cui partire. Con chi dovrebbe stare la sinistra? Con i pensionati che hanno paura di sedersi sulle panchine delle piazze e dei parchi pubblici o con gli ubriachi e i tossici che hanno trasformato le une in pubblici pisciatoi e le altre in discariche a cielo aperto? E’ di sinistra far finta di non vedere finte mamme rom e non, sfruttare i bambini per l’accattonaggio? Se la sinistra di questo Paese non sa distinguere i deboli dai delinquenti è meglio che affidi ad altri il compito di guidare il governo. La cecità della sinistra, vera o supposta, in tal senso si è resa palese quando il Ministro degli Interni, Minnitti, ha provato a ricordare a tutti che il decoro urbano è un aspetto fondamentale di un paese democratico, si è attirato addosso le critiche feroci proprio della sua parte di provenienza. Forse è proprio la gran confusione di idee, accompagnate da una buona dose di ipocrisia, ad aver generato dentro alla sinistra il pasticcio sulle norme sulla legittima difesa.Norme che in buona misura esistevano già nell’art 52 del cod. penale riformato dal centrodestra nel 2006 e che dunque nella nuova versione, se approvata definitivamente, avrebbero più che altro un carattere declamatorio.Escludendo a priori la pretesa della destra estrema, secondo la quale chi ammazza un intruso non va nemmeno indagato, la parte migliore di essa sembra quella economica: il risarcimento delle spese processuali per chi, vittima dell’aggressione, si è legittimamente difeso e l’impossibilità per la famiglia dell’aggressore ucciso, di attaccarlo in sede civile. Il fatto che un passaggio legislativo siffatto, risolvibile con poche righe e tanto buon senso ed alcuna ipocrisia, abbia scatenato una bagarre in Parlamento oltre ad attirarsi lo scherno di un intero paese, fa capire l’incapacità dell’attuale sinistra di difendere le proprie proposte e di dare risposte certe e chiare ai cittadini. Solo se si libera la mente degli italiani dalla paura quotidiana si potrà di nuovo riscoprire la solidarietà

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