Quella destra moderata che vuole occupare lo spazio al centro.

L’ansia di quella parte di centrodestra che vuole occupare lo spazio al centro fa commettere errori come quello di definirsi liberali a parole e non nei fatti. Il liberalismo non è appannaggio solo dei moderati, non è una questione estetica, ma è innanzitutto moderazione nelle ambizioni con cui si costruisce il potere. Fare oggi una federazione di centrodestra, significherebbe procedere ad una fusione per incorporazione: la Lega partito egemone ingloberebbe Forza Italia cancellandone ogni sua identità o aspirazione politica. Salvini sarebbe felice perché, senza troppi sforzi, riposizionerebbe il suo partito su una linea più centrista eliminando definitivamente quella retorica sovranista e antieuropeista che gli ha consentito di evitarne la scomparsa. Molti forzisti temono che sia a rischio la sopravvivenza di una componente liberale del centrodestra. Ma l’identità di una forza politica si costruisce attraverso proposte, idee, programmi. Il Pd, invero, sta operando una svolta a sinistra, lasciando sempre più ampio lo spazio al centro. Il problema dei moderati di centrodestra non è la ricerca di una federazione, ma è quello di una cronica mancanza di proposte politiche in materia economica, riguardo al modo di porsi e confrontarsi con l’UE e in generale verso la globalizzazione. In politica economica hanno solo lanciato slogan sul taglio delle tasse, ma non hanno spiegato quali servizi ne avrebbero pagato le spese; così come in materia di finanza pubblica nemmeno una parola sul rischio incontrollato di spesa e debito pubblico. Guai a dirlo! Sarebbe impopolare di questi tempi! In realtà anche in piena pandemia non tutti beneficiano dell’aumento di spesa più di quanto contribuiscano. Per non parlare della tanto reclamizzata semplificazione, non si percepisce per niente, anzi sembra che il legislatore proponga nuovi vincoli che sostituiscono i vecchi , ma il risultato non cambia. Solo provvedimenti estemporanei figli di quella provvisorietà che tale non è nel nostro Paese, ma è diventata stabilità. Basta guardare al provvedimento sul blocco dei licenziamenti, che avrebbe dovuto rivestire carattere di provvisorietà, è diventato stabile. Si continua a mantenere in in vita aziende in perenne agonia che invece avrebbero bisogno di una ristrutturazione,   finendo, così, per rallentare il processo per cui almeno parte dei loro lavoratori potrebbe trovare ricollocazione in quei settori in cui c’è ripresa. Un centro destra che si professi liberale non può fare a meno di dire queste cose. Per non parlare della nazionalizzazione delle imprese: è sotto gli occhi di tutti l’operazione di Cassa Depositi e Prestiti con Atlantia, cioè Autostrade date in concessione alla famiglia Benetton che le restituisce, in cambio ottiene quasi 9 miliardi. Intanto i morti di Genova per il crollo del ponte Morandi e i bambini di Avellino gridano vendetta nell’indifferenza più totale dei partiti e nel sordomutismo dei magistrati. Vale il vecchio brocardo: ‘Ubi Maior Minor Cessat’. Il tutto alla faccia degli italiani che pagheranno di tasca propria l’ennesima truffa ai danni dello Stato. E i moderati di centrodestra dove sono? La pandemia ha fatto tornare un’idea di sinistra( si fa per dire) al Pd con il suo nuovo segretario, il ‘compagno’ Enrico Letta. Ne apprezziamo lo sforzo, anche se nessuno ci crede, ma quantomeno fanno finta. I cosiddetti moderati/liberali di centrodestra nemmeno quello.

Andrea Viscardi

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