“Onorevole Meloni, lei ci ha appena confermato di essere il presidente del governo delle tasse. Le ha aumentate non solo ai coltivatori diretti e alle imprese agricole, ma anche sui prodotti igienici per le donne, ha raddoppiato l’Iva per il latte in polvere per i bambini, per i seggiolini, è andata a colpire le giovani coppie aumentando le tasse per l’acquisto della prima casa e quelle per i cervelli che rientrano in Italia. Addirittura per i transfrontalieri. Non vi siete dimenticati di nessuno”, sono le parole di Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera di Italia Viva. In realtà i transfrontalieri subiscono una tassa di duemila euro per la sanità a chi lavora in Svizzera visto che paga comunque le tasse in Italia dove fa ritorno ogni sera.
Boschi continua, mettendo il sale sulle ferite: “Il problema è che queste tasse non le usate per i servizi ai cittadini, ma per aumentare gli staff a Palazzo Chigi. In generale, da quando siete al governo possiamo contare due concreti e specifici effetti: l’aumento delle tasse e degli sbarchi irregolari”. Quella di Italia Viva era una delle dieci interrogazioni presentate durante il question time riservato alla premier alla Camera. .
Elly Schlein, segretaria Pd, interviene sulla Sanità: “Il tetto alla spesa per il personale sanitario è stato introdotto nel 2009 e oggi paghiamo una situazione stratificata negli ultimi quattordici anni, visto che, nel 2009 al governo c’era lei”.
Martedì c’è stato il voto sull’autonomia regionale nell’aula del Senato dove c’è stata l’approvazione di quella che è, in fondo, una scatola vuota, visto che senza il finanziamento dei Livelli essenziali delle prestazioni la legge non può camminare. Parliamo della legge per l’autonomia molto cara alla Lega che, chissà, onorando il patto di maggioranza ripagheranno con con il sì alla riforma costituzionale e l’introduzione del premierato caro a Meloni. Nei banchi del governo solo due ministri, Ciriani e Calderoli, e il vicepremier Salvini, che si è aggiunto alla fine. Né Forza Italia né Fratelli d’Italia hanno messo la faccia su questa riforma. Dalla premier nessun cenno e nessun commento.
Roberto Calderoli, nell’intervista al Corriere della Sera, afferma che non ha dubbi sugli effetti positivi che ci saranno dopo l’approvazione della legge sulle regioni. Tale provvedimento darà modo, a detta del politico, di risolvere la questione del meridione: “Non credo di esagerare: con questa legge supereremo la questione meridionale e la questione settentrionale che ci portiamo dietro dal 1861.Il testo del governo è stato sottoposto a un’attività importante, sono stati quasi 90 gli emendamenti alla bozza. In buona parte, venuti dalle opposizioni. E dunque, io credo che il testo, con l’equilibrio che ha trovato al Senato, possa essere effettivamente una svolta: grazie al Parlamento per questo momento atteso da 22 anni. Se ci sono degli errori siamo pronti a correggerli. Ma il Senato ha lavorato per otto mesi in modo serrato, ha davvero approfondito il testo che ora credo sia davvero ponderato”.
Sull’autonomia differenziata è di diverso avviso la segretaria del PD, Elly Schlein. La dem, infatti, nei minuti successivi all’approvazione della legge si era espressa con la stampa in modo molto duro sul tema sottolineando come la Premier Meloni voglia passare alla storia come colei che ha “spaccato l’Italia”: “È veramente inspiegabile che abbia deciso di cedere a questo orrendo baratto per i suoi fini politici, mettendo a repentaglio l’unità nazionale. Perché di questo stiamo parlando. Fa rivivere l’antico sogno secessionista della Lega”.
Molto affilata l’interrogazione dell’onorevole Casasco di Forza Italia sulle privatizzazioni: “Come sa, presidente, Forza Italia è il partito delle privatizzazioni. Le chiediamo però i criteri guida di questo importante dossier con cui il governo conta di incassare venti miliardi nei prossimi tre anni”. Si parla di cedere pacchetti azionari di Eni, Poste, Ferrovie, Rai Way. “Non è una svendita – ha precisato la premier – e neppure una vendita, io la definisco soprattutto una razionalizzazione che riguarderà anche partecipate al 100 per cento dallo Stato. Dove lo Stato è necessario resta, dove lo è meno, cederà quote”. È a quel punto che Casasco ha ripreso la parola dando un suggerimento: “Forza Italia le suggerisce di vendere prima di tutto le partecipate del trasporto pubblico e della raccolta rifiuti”. Che invece sono due intoccabili bacini di consenso.