Quirinale, consultazioni al via

Entra nel vivo la partita politica che porterà all’elezione del successore di Giorgio Napolitano. Il premier Renzi ha deciso e lo comunica ai suoi parlamentari. Alle altre forze politiche, il Pd farà un solo nome, una proposta secca e niente terne. E il nome, fa sapere il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, arriverà prima di sabato. Il Pd intanto voterà scheda bianca alle prime tre votazioni, ha annunciato Renzi all’assemblea dei deputati alla Camera indicando il metodo per eleggere il Capo dello Stato. Chi non condivide il nome del candidato alla Presidenza della Repubblica, ha aggiunto, “dovrà dirlo apertamente”. I nomi dei candidati non li facciamo perché poi decidano altri e l’elezione del nuovo presidente della Repubblica non è un referendum né sul governo né su di me. Non si fa il presidente della Repubblica contro nessuno. Neppure contro il Nazareno. Non scommetto sulla vostra fedeltà ma sulla vostra intelligenza e sulla vostra capacità di essere gruppo dirigente. e che sulla partita La figuraccia del 2013 è nel curriculum vitae di tutti. Oggi abbiamo l’occasione di riscatto.  Qualche segnale di apertura dalla minoranza Pd. E’ importante , dice Stefano Fassina, che il Pd riesca a superare la prova del Quirinale unito ed è sbagliata l’impostazione di cercare un candidato contro. Va cercata la massima condivisione e in questo caso dobbiamo cercare l’interlocuzione con Fi. Bersani era assente all’ assemblea e Civati scrive alla segreteria del partito candidando Prodi. Dei big del partito, manca alla riunione dei deputati anche Dario Franceschini mentre partecipa il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Dopo le prove di forza dei giorni scorsi, consumate durante l’esame della legge elettorale in Senato, sono in corso trattative con tutte le aree dei cosiddetti dissidenti’ del Pd, bersaniani in testa. Ragion per cui in molti attendono un incontro fra il premier e l’ex segretario Pier Luigi Bersani. Si sta ricercando l’unità dentro il Partito democratico perché sapendo esprime 450 grandi elettori. Un numero alto ma non sufficiente a eleggere il nuovo inquilino del Colle da soli, e tralasciando le prime tre votazioni, dove serve la maggioranza qualificata dei 2/3, dal quarto scrutinio sono infatti necessari 505 voti. Immaginare di eleggere da soli il Presidente della Repubblica è immaginare qualcosa che non si può realizzare. Ecco quindi che gli altri partiti diventano necessari. E domani, quando Renzi incontrerà presso la sede del Pd tutte le forze politiche sarà la volta anche di Forza Italia, anche se non è escluso che Renzi e Berlusconi tornino a vedersi in un incontro separato. Il capogruppo degli azzurri al Senato Paolo Romani si dice convinto che il presidente del Consiglio non potrà non tenere conto del blocco dei moderati e che dunque sia difficile che in caso di intesa con la minoranza Pd possa nascere una candidatura sgradita a Forza Italia. Dove, intanto, continuano a registrarsi fibrillazioni con Raffaele Fitto che intravede il rischio di un’obbedienza cieca al premier. Renzi incontra anche i senatori a Palazzo Madama.

 

 

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