“Domani il Pd si troverà di fronte a un bivio. Io spero e prego perché abbia il coraggio di imboccare la strada giusta. Come me se lo augurano milioni di cittadini italiani, molti dei quali elettori del centrosinistra. Il presidente della Repubblica italiana non è mai stato, nemmeno ai tempi della prima Repubblica, una figura di rappresentanza come si diceva spesso allora. Ha sempre avuto un’ enorme importanza, ma molta di più ne ha acquisita negli ultimi anni. In un momento così difficile, con l’economia in ginocchio e la politica del tutto delegittimata, ne avrà ancora di più. Chi deve sceglierlo non può farlo a cuor leggero, con lo sguardo rivolto a quello che succederà nelle prossime settimane, invece che nei prossimi anni, e all’interesse dei partiti, invece che a quello dell’Italia”. Lo scrive sul suo blog Antonio Di Pietro, che aggiunge: “In questi giorni i cittadini si sono espressi come hanno potuto, cioè con i sondaggi e nei servizi tv. Hanno chiesto tutti la stessa cosa: un presidente della Repubblica che non provenga dal chiuso dei corridoi del potere, che non sia un politico o peggio un politicante e che non venga individuato con le logiche dell’inciucio e degli accordi di convenienza. Hanno scelto meglio loro che non i capipartito, incapaci di uscire da rose di nomi che sono sempre uguali e tutte appassite. Questa svolta storica non la chiedono solo i cittadini comuni ma anche i migliori intellettuali italiani, quelli più limpidi e meno compromessi con la logica del potere. Oggi la società civile chiede alla sinistra di non cadere nella trappola di accordi che vanno nella direzione opposta a quella che il Paese vuole e di cui ha bisogno come dell’aria e dell’acqua”. Scrive ancora Di Pietro: “Domani il Pd avrà un’occasione irripetibile per rispondere alla domanda di cambiamento che viene dalla sua gente e dalla grandissima maggioranza degli italiani. Ci sono in campo nomi specchiati e di grandissima autorevolezza intellettuale e morale che rappresenterebbero al meglio il senso di una svolta politica e anche etica e, tra questi, io penso a Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Sabino Cassese. Persone che in questi vent’anni non hanno mai piegato la testa, non si sono mai inchinati agli equilibri dettati dal potere, hanno difeso la democrazia, la legalità, la centralità del Parlamento e le istanze di giustizia sociale. Sarebbe un delitto non sostenere uno di loro per votare candidati provenienti dal ceto politico, selezionati per far contento un leader che in vent’anni ha fatto all’Italia danni immensi e se glielo permetteranno continuerà a farli”.
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