Quirinale: l’incubo Berlusconi turba il sonno di Enrico Letta e del Pd

Berlusconi al Quirinale è una possibilità che turba il sonno di Enrico Letta che ridisegna il profilo che obbligatoriamente deve avere, o non deve avere, il Presidente della Repubblica. Ovviamente, seguendo il suo profilo otterrà il timbro protocollare e notarile del Pd.  Mentre il segretario del Pd ridisegna il prototipo idoneo ‘alla scelta della o del presidente che faremo’, Antonio Tajani torna a ribadire quanto già detto prima.   Letta   ha ribadito il suo no alla candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale, sentenziando: ‘Rivedendo i 12 profili dei presidenti della Repubblica viene fuori che non c’è mai stato nessun leader capo politico. Figure più istituzionali piuttosto che capi politici. Se è avvenuto così per 70 anni di storia repubblicana non è un caso’.

Tajani replica netto a Letta: ‘Non ci devono essere veti. Se si elegge un Presidente della Repubblica con un’ampia maggioranza è un fatto importante. Certamente il Centrodestra sarà unito come è sempre stato anche per quanto riguarda la scelta del Capo dello Stato. Poi, se poi mi chiedete un nome, per me il nome più indicato è quello di Silvio Berlusconi’.

Letta ha proposto Giuliano Amato come nuovo papabile per il Quirinale dichiarando di non volere un leader di partito al Colle, visto che non ne abbiamo mai avuto uno

Tajani mette le cose in chiaro ricordando a Letta che Saragat fu presidente ed era leader di partito: ‘Nella storia della Repubblica va ricordato che Saragat fu presidente ed era leader di partito. Non è vero che quindi un leader di partito non possa essere candidato’.

Nanni Moretti, dal canto suo,  passa dal flop in sala del suo ‘Tre piani’ alle domande su Berlusconi di un giornalista che gli chiede del ‘Caimano’ al Quirinale. Cosa ne pensa, è la domanda. Moretti inorridisce e sentenzia: ‘Ma non scherziamo…’.

Il regista che un tempo preconizzava il crollo e la disfatta di Berlusconi lo ritrova probabile, e papabile,  candidato alla Presidenza della Repubblica.

‘Vedere Berlusconi al Quirinale mi darebbe una grande emozione. Se si ama la Patria Berlusconi è certamente la persona giusta perché lui è un patriota’, è il punto di vista di Emilio Fede: ‘Per me Berlusconi è come se fosse un fratello gli voglio bene e lo stimo da sempre. Io da figlio di un brigadiere dei carabinieri, medaglia di bronzo a valor militare sono legato ai suoi ideali che sono la patria e la nostra bandiera’. Per Emilio Fede Berlusconi è l’uomo giusto per il Quirinale: ‘Io al Quirinale voglio la Patria, il paese e un uomo che può aiutare chi ha bisogno, al Colle ci vuole la persona giusta, una persona che sa aiutare le gente che deve mangiare e che non ha una casa. Adesso che sono in carrozzina mi rendo conto di quanto sia terribile la solitudine’. Fede ricorda il Numero Uno di Alan Ford, il capo di TNT, vecchio paralitico dalle mille risorse, che si vanta di aver conosciuto anche Omero e Cesare. Sempre con sé porta un piccolo libriccino su cui ha appuntato una serie di segreti con cui è in grado di ricattare ogni uomo sulla faccia della Terra. La sua sedia a rotelle è di quarta mano e sulle gambe porta una copertina piena di toppe. Inoltre, manovra gli altri componenti del gruppo per raggiungere sempre i propri scopi. Di recente sembra essere morto assieme agli altri componenti dell’agenzia, ma è presto ritornato in scena, anche se si è messo ad agire nell’ombra, per dare trama e voce a ‘Berlusconi Presidente!’.  Berlusconi mi è sempre stato vicino – racconta Fede – tutte le volte che lo voglio sentire lo chiamo. Ho lavorato con lui da giornalista libero per anni e auguro a tutti o giornalisti che stimo e a cui voglio bene di poter lottare vincendo per essere liberi come lo sono stato io. Chissà se non mi avessero condannato forse oggi sarei stato accanto al politico che andrà al Quirinale.

La lista dei ‘quirinabili’ si allunga e si assottiglia a seconda degli input giornalieri. Ora a favore delle immancabili riserve della Repubblica: tipo il Giuliano Amato rilanciato da Letta. O di outsider alla Pierferdinando Casini, che ‘registi’ e sondaggisti vari, mettono ciclicamente al centro di diversi ‘stop and go’. Senza trascurare gli immancabili Gentiloni e Cartabia. E sempre con Draghi  al primo posto.

Ora, la destra non potrà mai accettare di votare colui che nel 1992 applicò una patrimoniale sui conti correnti degli italiani. Parliamo del famoso 6 per mille Giuliano  Amato, il ‘dottor Sottile’.

A parte l’appetibilità politica di Amato – commenta Libero – i problemi sono due. Il primo è l’età: l’uomo va per gli 84. Però Giorgio Napolitano aveva 89 anni quando lasciò l’incarico e nulla gli avrebbe impedito di mantenerlo per un altro lustro. Il secondo problema ha due anni più di Amato, uno stile che non potrebbe essere più diverso e una capacità di adattamento che rivaleggia con la sua: si chiama Silvio Berlusconi. Il vero ostacolo è lui. Amato ha provato a rimuoverlo parlandone con lo zio di Enrico, Gianni. Il quale, a sua volta, avrebbe dovuto convincere il Cavaliere. La prima parte è riuscita: l’eminenza azzurrina e il dottor Sottile sono fatti di una pasta simile e il primo, ecumenico com’ è, vedrebbe con piacere Amato sul Colle. La seconda, no: Silvio non ne vuole sentir parlare’.

Libero racconta anche che a Berlusconi sarebbe stata prospettata la nomina di senatore a vita assieme a Romano Prodi. Ipotesi che non ha convinto il Cavaliere. Letta vuole a sua volta convincere Salvini e Meloni che la strada maestra è quella di una figura super partes ma – commenta ancora Libero – ‘al Nazareno l’immagine del segretario appeso alle decisioni di Salvini e Meloni, senza nessuna buona carta da giocare, mette una certa inquietudine’. Berlusconi, commenta preoccupato un dirigente del Pd, è tornato ad essere un incubo. Se la spuntasse, prendendoci di sorpresa, non ci sarebbe da stupirsi…

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