In giro per negozi, o a svolgere commissioni. Peccato che l’orario fosse quello di lavoro. E’ quanto capitato a 95 dipendenti del comune di Reggio Calabria, arrestati per assenteismo. A smascherarli è stata la Guardia di Finanza. Attraverso un collaudato sistema basato su favori reciproci e continui scambi dei badge personali, utilizzati per attestare la presenza lavorativa presso gli uffici di appartenenza, i ‘furbetti’ si assentavano indisturbati dal luogo di lavoro, anche per diverse ore al giorno. Alcuni impiegati non facevano neppure ingresso in ufficio, sebbene figurassero regolarmente in servizio. È così che a Reggio Calabria 17 dipendenti del Comune sono finiti agli arresti domiciliari e 78 sono stati denunciati a piede libero per truffa ai danni dell’ente.
Andavano a fare la spesa e prendevano il caffè al bar. Dalle indagini è emerso che i lavoratori, con artifizi e raggiri, attestavano falsamente la propria presenza lavorativa facendosi timbrare, o timbrando per altri, i rispettivi badge personali, per poi andare al mercato, in lavanderia, a prendere un caffè e a recuperare i figlia a scuola, portandoli addirittura a casa o in palestra. In media ciascun dipendente arrivava ad assentarsi anche per diverse ore al giorno, su un orario previsto giornaliero di 6 ore di servizio. Molti impiegati giungevano la mattina con oltre 2 o 3 ore di ritardo e senza neppure dover timbrare il badge nell’apposito lettore, poiché il collega di turno aveva già provveduto anticipatamente.
‘Lavoravano’ a braccetto. Tra i vari ritardatari c’era una vera e propria intesa: chi arrivava in ritardo, ‘recuperava’ il pomeriggio facendo fare anche gli straordinari al collega ‘mattiniero’.
Tutto ciò farebbe pensare a coloro che, pur di andare a lavoro tutte le mattine e ricevere lo stipendio, farebbero di tutto, mentre coloro che al giorno d’oggi, nonostante la crisi che dilaga, invece di lavorare in modo adeguato pensa ad andare in giro per le vie del paese, tanto a fine mese lo stipendio arriva comunque.