Un commissariamento ‘di fatto’ per sganciare, almeno per un breve periodo, la gestione della Rai alle logiche politiche. Con un Cda che affida al direttore generale, grazie a quanto previsto dallo statuto di viale Mazzini, più poteri e deleghe. Il tutto da realizzarsi non secondo le norme del codice civile, visto che mancano i presupposti giuridici, ma sulla base delle deleghe che possono essere modificate anche con l’attuale legge Gasparri.
E’ questa l’ipotesi che il premier Mario Monti avrebbe lanciato giovedì scorso al vertice con i segretari Alfano, Bersani e Casini e subito ‘congelata’ perché bisogna superare due grossi ostacoli: il Pdl e Corrado Passera. Gli uomini del Cavaliere hanno immediatamente alzato le barricate per lasciare immutato l’assetto di Viale Mazzini, a cominciare dall’attuale Dg. La Lei e il suo ruolo per ora non si toccano perché in ballo ci sono le frequenze tv cui tiene tanto Silvio Berlusconi. Ma sul commissariamento paventato dal professore pesa e molto anche lo scetticismo di Corrado Passera. Il superministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sarebbe dubbioso della fattibilità di un simile scenario ritenendo più percorribile il rinnovo del Cda con le attuali regole.
L’idea di un ‘commissariamento’ con un direttore generale investito dal nuovo Cda di ampi poteri e deleghe piace, invece, al Pd. Pierluigi Bersani ha subito sposato il piano di Mario Monti. “Si faccia una nuova governance, più adatta, nel frattempo si faccia un breve commissariamento”. Una posizione che il segretario del partito democratico vorrebbe legata alla riforma della governante.
Il tema, comunque, viste le distanze tra i due principali partiti che appoggiano l’esecutivo tecnico è stato rinviato al prossimo vertice. Il premier vuole far raffreddare gli animi e concede un tempo supplementare ai partiti per ragionare sulle proposte fatte. E di tempo ce ne è a sufficienza. E’ Pierferdinando Casini a delineare quella potrebbe essere una realistica ‘road map’.
Secondo il leader dell’Udc il capitolo Rai potrà essere affrontato “dopo le amministrative quando ci sarà la serenità necessaria per farlo”. Ma a pesare sui tempi di approvazione del nuovo maquillage della Tv di Stato incideranno e molto l’approvazione del bilancio e il beauty contest. Dopo il 28 marzo gli attuali consiglieri inizieranno a esaminare il bilancio e potrebbero metterci una settimana come un mese e più. Si arriva, quindi, alle elezioni amministrative di maggio che tutti i leader di partito vogliono sfruttare per arrivare ai tavoli delle trattative con la forza dei voti. Una dilazione che attutirebbe le tensioni legate al beauty contest visto che i 90 giorni di proroga disposti da Passera scadono intorno al 20 aprile. E a quel punto, risolto l’affaire frequenze, l’opposizione di Silvio Berlusconi e del Pdl potrebbe essere meno dura.