Il ministro del Tesoro Tria ha proposto al cdm il nominativo di Fabrizio Salini come ad Rai e Marcello Foa come consigliere di amministrazione. Quest’ultimo sarà votato dalla commissione di Vigilanza per la carica di presidente dell’azienda radiotelevisiva.
Si conclude così, con un nome a sorpresa, il lungo braccio di ferro. La giornata decisiva inizia con Matteo Salvini che, a Radio24, nega d’aver mai parlato di direttori dei tg Rai in incontri più o meno notturni con il premier Giuseppe Conte. La smentita è d’obbligo, anche perché la nomina dei direttori spetta all’amministratore delegato: ‘Sono tutte balle. Stiamo scegliendo le persone migliori, c’è una società di cacciatori di teste che ha valutato e certificato, faremo di tutto per valorizzare le risorse interne senza andare a prendere qualche Messia altrove’, dichiara il leader leghista. E poi, di fatto, anticipa la fumata bianca: ‘Siamo arrivati alla fine, stiamo scegliendo le figure migliori’.
Oggi alle 16 l’assemblea dei soci Rai per la ratifica della nomina del nuovo cda. Mercoledì 1 agosto alle 8.30 la commissione parlamentare di Vigilanza che dovrà esprimere il suo parere vincolante a maggioranza di due terzi sul nuovo presidente Rai. In numeri servono 26 voti, ma Lega e M5S ne hanno ‘solo’ 21, da qui l’esigenza di ottenere i consensi di Forza Italia o del Pd.
Il ruolo di Pd e Forza Italia non è soltanto virtuale, poiché il voto di almeno uno dei due gruppi sarà determinante in commissione di Vigilanza, deputata a ratificare la nomina e dove serve la maggioranza. È per questa ragione, dunque, che il nome dell’Annunziata al vertice della Rai, ad ora, non può essere escluso. Desta un pizzico di perplessità il fatto che il nome della Annunziata possa essere appoggiato da Forza Italia: si ricordano, infatti, i ‘burrascosi’ trascorsi con Silvio Berlusconi.
Salvini insiste per affidare alla Lega il Tg regionale e l’ammiraglia dell’informazione, postazione per la quale ripete un nome solo: quello di Mario Giordano, l’ex direttore del Tg4 defenestrato perché ‘populista’. È possibile che alla fine il Carroccio ‘ripieghi’ su Gennaro Sangiuliano, oggi vicedirettore, anche lui in quota Lega ma gradito anche a Conte e soprattutto già interno, il che gli garantirebbe vita più facile in una redazione difficile come quella del Tg di Raiuno. Ma per ora il capo leghista punta i piedi su Giordano.
Il M5s reclama lo stesso posto, impugnando la regola da sempre tassativa che lo assegna al partito di maggioranza relativa. Anche in questo caso il candidato è unico: Peter Gomez, oggi direttore del ‘Fatto online’.