Rai, tetto stipendi anche per le fiction: a rischio Montalbano

Dal primo aprile  scatta il tetto di 240mila euro l’anno anche per i compensi delle star della televisione pubblica. Dopo manager e giornalisti, il taglio tocca a loro. E c’è chi paventa una gran fuga da Viale Mazzini dei conduttori più in vista, anche se nonostante la delibera del cda della Rai, i ministeri dell’Economia e dello Sviluppo economico potrebbero in extremis dare parere contrario e consentire di aggirare la norma, salvando così gli stipendi d’oro di una ventina di conduttori. Tutti sopra i 500.000 euro l’anno, talvolta il doppio o più.

Per esempio nel caso di Fabio Fazio, Antonella Clerici e Carlo Conti (che per Sanremo ha incassato 600mila euro, in parte devoluti ai terremotati). Tra coloro che si vedranno decurtare l’assegno ci sono anche, tra i volti più noti, Flavio Insinna, Bruno Vespa, Massimo Giletti, Piero e Alberto Angela, Amadeus e Lucia Annunziata.

Anche l’ad della tv pubblica, Antonio Campo Dall’Orto si è detto contrario all’applicazione del limite, perché la televisione pubblica non riuscirebbe più a stare sul mercato alla pari con i concorrenti.

Il tetto dei compensi imposto ai 240mila euro lordi per i dipendenti Rai potrebbe colpire anche le fiction di qualità, volute proprio da Palazzo Chigi. Il limite ai compensi di artisti e giornalisti di grido dovrà infatti essere esteso anche ad attori, sceneggiatori e registi di Rai Cinema e Rai Fiction. Così le serie tv che sono in fase di pre-produzione rischieranno di avere un brusco stop, da quelle sul Rinascimento alla co-produzione con gli Usa della serie ‘L’Amica geniale’ di Elena Ferrante e persino ‘Il commissario Montalbano’. Tutti prodotti che Palazzo Chigi vuole siano di alto livello e che, al contempo, a budget limitato.

La vicenda è paradossale se si pensa che da Palazzo Chigi c’è il chiaro mandato di fare della tv di Stato il fiore all’occhiello dell’industria audiovisiva. Per operare in un contesto di alta qualità, con progetti vendibili anche all’estero, sarà difficile riuscire a non superare il tetto imposto dei 240mila euro lordi annui e serie impegnative come la trilogia dei Medici.

Il compenso bloccato scatta nel momento in cui la Rai figuri come produttore insieme a una società privata e la maggior parte delle fiction vengono prodotte proprio con questo sistema. Per questo Rai Fiction che sta già passando in rassegna tutti i contratti di coproduzione già sottoscritti, per valutare l’impatto del nuovo regime di pagamento sul suo lavoro.

Il tetto alle retribuzioni può toccare anche opere che vengono pre-acquistate dalla Rai da società terze, come avviene per ‘Il commissario Montalbano’ (produzione Palomar): questo comporta che la Rai eserciti il controllo editoriale prima di comprarla. Al momento di firmare il contratto, la Rai ha in mano il parere di una società di consulenza che indica il prezzo giusto per quell’opera. Dunque la tv di Stato ‘vede’ quali siano i costi del prodotto. E può essere costretta a rispettare il vincolo dei 240 mila anche in caso di un semplice pre-acquisto.

Il governo ha chiesto un parere urgente all’Avvocatura dello Stato sul caso. E si è dato tempo fino al 15 aprile per trovare una soluzione. L’ipotesi è quella di un decreto che salvi le retribuzioni degli artisti, degli showman, dei registi e degli sceneggiatori.

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