Joe Biden l’aveva promesso dopo l’attacco di giovedì da parte dell’Isis-K nei pressi dell’Abbey Gate dell’aeroporto di Kabul, durante le operazioni di evacuazione dalla capitale afghana, dove hanno perso la vita anche 13 militari Usa. Ed è arrivato puntuale il primo raid per colpire chi ha seminato morte e terrore nella capitale dell’Afghanistan. Il presidente americano ha autorizzato un attacco nella regione di Nagahar durante il quale è stata colpita e uccisa una delle menti dell’Isis-K che progettava futuri attacchi.
Il raid è stato condotto con un drone partito da una base in Medio Oriente e avrebbe colpito il terrorista mentre era solo a bordo di un veicolo. “Le forze armate americane hanno condotto un’operazione anti terrorismo contro uno degli organizzatori dell’Isis-K. Il raid è avvenuto nella provincia di Nangahar, in Afghanistan. Le indicazioni preliminari segnalano che il target è stato ucciso. Non siamo a conoscenza di vittime civili”, si legge in una nota di Bill Urban, portavoce del Central Command.
L’identità del militante non è stata resa nota: il Pentagono lo ha definito un ‘planner’ dell’organizzazione. Secondo indiscrezioni, l’uomo lavorava a futuri attacchi ma non sarebbe stato direttamente coinvolto con l’attentato a Kabul. “Riteniamo che questo terrorista fosse coinvolto nella pianificazione di futuri attacchi a Kabul”, riferisce un funzionario dell’amministrazione citato dai media americani. L’uomo sarebbe stato sotto osservazione da prima dell’attentato e il personale americano avrebbe atteso che fosse solo prima di lanciare l’attacco con il drone.
Intanto dall’ambasciata americana Kabul arriva un invitato gli americani a non recarsi all’aeroporto: a coloro che sono in queste ore allo scalo è chiesto di lasciare immediatamente in seguito alle “minacce alla sicurezza”. Gli Stati Uniti ritengono probabile un nuovo attacco nei prossimi giorni, prima della fine delle evacuazioni il 31 agosto.