Raimo: ‘Neonazisti vanno picchiati’. Ilaria Salis affiliata ad Hammerbande, ‘picchiatori con il martello’

“I neonazisti vanno picchiati“,  ha detto il docente romano Christian Raimo durante la trasmissione di LA7 ‘L’aria che tira’ parlando di Ilaria Salis, l’insegnante detenuta in carcere a Budapest. Le parole del professore hanno attirato numerose critiche e sul caso è intervenuto il ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM). Ecco cosa è successo.

Christian Raimo, insegnante del Liceo Archimede di Roma, scrittore ed ex assessore alla Cultura del Municipio III della Capitale, è finito al centro delle polemiche dopo che, ospite alla trasmissione di LA7 condotta da David Parenzo ‘L’aria che tira’, ha affermato: “i neonazisti vanno picchiati”.

Il docente romano stava ripercorrendo il caso di Ilaria Salis, l’insegnante detenuta in carcere a Budapest con l’accusa di aver aggredito 3 militanti di estrema destra, quando ha fatto queste esternazioni, dalle quali il conduttore ha subito preso le distanze così come la deputata Laura Bodrini, anche lei ospite del programma. Raimo ha così ribadito il concetto, “Per me è giusto picchiarli“, aggiungendo: “Io insegno ai miei studenti che la democrazia è arrivata da un’opposizione seria al nazismo“.

Il deputato della Lega Rossano Sasso ha commentato il caso Raimo su Facebook: “Questo signore cerca visibilità e meriterebbe solo indifferenza. Ma oggi ho scoperto che è un docente e che in classe istigherebbe alla violenza. Se inciti alla violenza non puoi insegnare, caro ‘collega della Salis’. Interrogazione in arrivo per tale ‘insegnante’”. Come ha fatto sapere lo stesso Sasso con un altro post: “Come promesso interrogazione depositata e indagine interna avviata dal Ministero”.

Da parte sua, il ministero dell’Istruzione e del Merito guidato da Giuseppe Valditara ha fatto sapere che l’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio “ha avviato nei giorni scorsi un approfondimento interno“. “Ogni docente – hanno spiegato dal MIM in una nota, come riportato da ‘La Repubblica’ – è prima di tutto e sempre un educatore e la scuola non può condividere nessuna forma di violenza, anche verbale, nel rispetto dei valori che sono propri della nostra Costituzione“.

Christian Raimo ha replicato scrivendo un lungo post sulla sua pagina Facebook. “Il ministro Valditara mostra quanto rischia di diventare violenta l’autorità, ma diciamo anche il potere, quando non ha autorevolezza né capacità di ascolto e di dialettica – ha scritto il docente -. Per le dichiarazioni che ho fatto in trasmissione (e non a scuola, ovviamente) ho ricevuto violente dichiarazioni minatorie di parlamentari leghisti e di Fratelli d’Italia. E striscioni di minacce di gruppi ultras neonazisti e gruppi di studenti di organizzazioni neofasciste con altri striscioni sotto scuola, tutti a volto coperto. Anche se famigliari, amici, colleghi, compagni, avvocati insistono che dovrei esserlo – ha specificato -, io non sono preoccupato per le minacce personali, ma per il gioco democratico e il senso delle istituzioni”.

“Un ministro – è andato avanti il professore – dovrebbe difendere tout-court un docente minacciato da gruppi neonazisti invece di avviare un approfondimento interno, e invece finisce proprio per accodarsi agli striscioni intimidatori, e lasciare che gli uffici scolastici regionali vengano usati in modo esattamente contrario alla loro funzione; non prendere parola invece quando davvero la violenza fisica viene esercitata sulla comunità scolastica, come è accaduto a Pisa poco più di un mese fa”.

“Non so quale Costituzione abbiano come riferimento Valditara o altri rappresentanti di governo – ancora Raimo -. Quella per cui insegno è nata dalla lotta di partigiane e partigiani che hanno combattuto fascismi e nazismi. A scuola spero di educare alla libertà (art.2) e alla giustizia (art.3); non al merito, non all’assimilazione o all’umiliazione, che sembrano l’orizzonte pedagogico del ministro Valditara. Del resto l’articolo 33 garantisce la libertà d’insegnamento, e ognuno ha il suo stile educativo. Il mio prova a ispirarsi ai testi che ho la fortuna di leggere e ristudiare con i miei studenti, di antifascisti come Giacomo Matteotti, George Orwell, Antonio Gramsci, Italo Calvino, Ada Gobetti, Beppe Fenoglio, di emozionarmi con loro per la testimonianza dei milioni di persone spesso sconosciute che hanno dedicato la loro vita a contrastare i nazismi, e raccontare il senso di quell’impegno”.

Christian Raimo ha concluso il suo lungo post con una provocazione rivolta al ministro dell’Istruzione: “Spero di incontrare di persona il ministro Valditara alla manifestazione del 25 aprile a Milano”.

A quel punto è arrivato il turno di David Parenzo, che di fronte a tali asserzioni, non è potuto restare in silenzio. “Io insegno a scuola ai miei studenti…Mica insegnerà a picchiare i fascisti?”, ha domandato al suo ospite. Raimo ha deciso di non arretrare di un passo dalla sua posizione e di non rivalutare quanto affermato poco prima. “Beh sì, picchiare i neonazisti penso che sia giusto. Io insegno ai miei studenti che la democrazia è arrivata dopo un’opposizione seria di fronte al nazismo”, ha scandito.

“Ilaria Salis non è un’eroina – scrive Zoltan Kovacs in video su X – lei e i suoi ‘compagni’ sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi: questi sono i fatti. Tutto il resto è una mera invenzione politica e noi difenderemo la reputazione e l’integrità della nostra magistratura, non importa quanto forte la sinistra gridi al lupo”.

Non manca una violenta stoccata nei confronti di Roberto Salis, padre della docente in cella. Per Kovacs, infatti, “ha ripetutamente espresso gravi accuse infondate e lui stesso ha trasformato il caso di sua figlia in un tema politico”.

Il portavoce di Orban accompagna la sua dichiarazione a immagini, già trasmesse in passato da lui stesso, di persone picchiate aggiungendo nel filmato anche foto di teste ricoperte da cicatrici. “Negli ultimi mesi e nelle ultime settimane il padre di Ilaria Salis – afferma Kovacs – ha parlato con tutta la stampa dell’Europa occidentale, come pure con alcuni media Usa, è stato addirittura invitato all’Europarlamento e ha ripetutamente espresso gravi accuse infondate che non possono essere lasciate senza risposta. Dovremmo aggiungere che lui stesso ha trasformato il caso di sua figlia in un tema politico e ora sembra sorpreso che arrivino risposte politiche a queste accuse totalmente infondate”.

Come padre, rincara il portavoce di Orban, “farebbe forse bene a riflettere su come sua figlia si sia trovata in un incidente del genere ancora una volta, perché questo caso non è senza precedenti”.

In Ungheria, la maestra antifascista Ilaria Salis è accusata di far parte della Hammerbande, un’organizzazione terroristica criminale con sede in Germania che organizza agguati con martelli e manganelli in tutta Europa contro militanti di estrema destra. La testata tedesca spiega che l’obiettivo della Hammerbande «è quello di attaccare l’avversario politico, ferirlo e costringerlo a rinunciare alla sua militanza politica» e che, durante gli agguati del febbraio 2023 a Budapest, «nove persone sono rimaste ferite, 6 delle quali gravemente». Per i media italiani, invece, le lesioni delle vittime dei pestaggi della Hammerbande hanno richiesto solo dai 5 agli 8 giorni di prognosi.

Tornado alla maestra antifascista, Ilaria Salis è stata identificata e tradotta in carcere a Budapest l’11 febbraio del 2023. Per documentare l’accusa di «tentato omicidio colposo in concorso», la polizia ungherese ha consegnato all’autorità giudiziaria delle riprese video che mostrano due persone accerchiate e aggredite da un gruppo di persone che brandiscono delle spranghe. Al momento dell’arresto, la Salis era stata trovata in possesso di un manganello retrattile. Il padre della maestra antifascista ha spiegato: «Lo aveva portato con sé per un’eventuale difesa personale».

Un video  documenta gli agguati degli antifascisti della Hammerbande a Budapest.

Non è la prima volta che la Salis finisce nei guai.

In passato, come riporta La Verità, «la Salis si era beccata anche una condanna per “resistenza aggravata” e “per aver intonato cori ostili, posizionato per strada sacchi di spazzatura e lanciato immondizia contro i poliziotti mentre gli urlava ‘mangiate’”: otto mesi di reclusione nel 2022». Peraltro, la maestra antifascista «è stata intercettata mentre conversava di manifestazioni e siti web dell’area antagonista con Roberto Cropo, l’anarchico estradato dalla Francia nel 2020 e finito nell’operazione Bialystok». Questa operazione, condotta dalle autorità italiane, aveva smantellato una cellula eversiva anarco-insurrezionalista a Roma che aveva la base nel centro sociale Bencivenga occupato. Secondo la procura, i sette anarchici arrestati erano responsabili di «associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione e porto di materiale esplosivo, istigazione a commettere delitti contro la personalità dello Stato, oltre che incendio e danneggiamenti aggravati dalla finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico». Nelle ultime ore, è saltato fuori un altro episodio di violenza in cui sarebbe stata coinvolta Ilaria Salis. In una nota del partito di Matteo Salvini, si legge: «Il 18 febbraio 2017, a Monza, un gazebo della Lega veniva assaltato da decine di violenti dei centri sociali, e le due ragazze presenti attaccate con insulti e sputi da un nutrito gruppo di facinorosi. Per quei fatti, Ilaria Salis è finita a processo, riconosciuta dalle militanti della Lega». L’avvocato della Salis ha poi reso noto che la donna è stata assolta da ogni accusa con una sentenza del primo dicembre 2023.

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