Secondo la polizia urbana di Barcellona circa 450mila persone hanno partecipato alla grande manifestazione convocata nella capitale catalana per chiedere la liberazione dei “detenuti politici” Jordi Sanchez e Jordi Cuixart e denunciare le misure decise contro la Catalogna dal premier spagnolo Mariano Rajoy.
‘Non faremo alcun passo indietro, la cittadinanza di questo Paese ci ha scelti come legittimi rappresentanti e come servitori pubblici. Ci impegniamo nei confronti degli elettori, oggi più che mai, a lavorare senza fermarci’, ha detto la presidente del Parlamento catalano, Carme Forcadell: ‘Ci impegniamo a difendere la democrazia in maniera democratica, con decisione, perche’ sappiamo che i conflitti politici si risolvono politicamente’.
Il presidente catalano Carles Puigdemont ha accusato il premier spagnolo Mariano Rajoy di avere portato contro le istituzioni catalane il peggiore attacco da quando il dittatore Francisco Franco le abolì dopo la guerra civile del 1936-39. Puigdemont ha detto che l’attivazione dell’art. 155 da parte del governo di Madrid oggi è ‘una porta in faccia’ alle offerte di dialogo del governo della Catalogna. La risposta di Madrid, ha accusato, è sempre stata silenzio o repressione. Non possiamo accettare questo attacco. L’atteggiamento di Madrid, ha aggiunto, è fuori dallo Stato di diritto, una minaccia per tutto il popolo di Catalogna.
Puigdemont ha accusato il premier spagnolo Mariano Rajoy di volere umiliare la Catalogna chiedendo che il Parlament di Barcellona si riunisca la settimana prossima per esaminare le misure da prendere in risposta all’attivazione dell’articolo 155 da parte del governo spagnolo.
L’associazione della stampa della Catalogna ha denunciato la presa di controllo da parte dei rappresentanti dello Stato spagnolo delle Radio-tv pubbliche catalane, Tv3 e Catalunya Radio, prevista dal pacchetto di misure di commissariamento annunciato da Madrid. Per l’associazione si tratta di un attacco alla libertà di espressione.