Un Mezzogiorno a rischio desertificazione industriale, dove i consumi non crescono da 4 anni, dove lavora ufficialmente meno di una donna su quattro.
Questa è la fotografia che emerge dal Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno, presentato oggi a Roma. In 5 anni dal 2007 al 2013, il Pil del Sud è crollato del 10%, tornando ai livelli di 15 anni fa.
Nello stesso periodo si registra un mancato aumento dei consumi. Il loro livello risulta inferiore in termini reali, di oltre 3 miliardi di euro rispetto al valore del 2000.
Il crollo reale del reddito delle famiglie accanto alla flessione dei consumi pubblici e alla perdurante incertezza sul mercato del lavoro, rischia di pregiudicare anche le prospettive di ripresa della domanda interna del 2013. Alla presenza tra gli altri del ministro della coesione territoriale Fabrizio Barca, Rocco Buttiglione, vicepresidente della Camera dei Deputati, Mario Baldassarri, presidente della Commissione Finanza Senato, Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro Pd, Raffaele Fitto, Commissione Bilancio della Camera, il presidente Svimez Adriano Giannola lancia l’allarme sullo stato di deindustrializzazione e desertificazione che l’industria sta vivendo nel Mezzogiorno, con meno di 147 mila unità.
Meno industria significa dunque meno lavoro e la Campania è in testa alla non esaltante classifica con il 15,5% di tasso di disoccupazione, seguita da Sicilia e Sardegna. La ricetta? Sviluppo industriale, qualità ambientale, riqualificazione urbana e valorizzazione del patrimonio culturale.
Sabrina Iadarola