Centinaia di giovani, forse 3mila, per Halloween si erano radunati in un capannone a due passi dal casello sull’A1. La festa è stata interrotta dall’intervento delle forze dell’ordine su ordine del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Dopo la conclusione senza disordini del rave party sono arrivate le denunce per i 14 organizzatori dell’evento. Le autorità hanno sequestrato anche il sistema audio utilizzato nel capannone per oltre 100 pezzi e per un valore stimato di almeno 150mila euro.
Molto spesso le forze dell’ordine, in assenza di una legge, non potevano agire e fermare i rave, nonostante magari vi fosse un evidente e immediato pericolo per l’incolumità degli stessi partecipanti. La possibilità di sequestrare e confiscare i mezzi, poi, è una delle novità più importanti: apportando un danno consistente agli organizzatori che lucrano sulla pelle dei ragazzi, inevitabilmente fungono da potente deterrente.
Chi oggi critica questa nuova normativa probabilmente ha la memoria corta, afferma Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, ell’agosto del 2021, come conseguenza al rave party di Velentano, durato una settimana, hanno perso la vita due ventenni, due ragazzi sono stati ricoverati in overdose da stupefacenti e altri due sono finiti in coma etilico. Questi non le sembrano costi sociali alti? Pensi inoltre alle centinaia di poliziotti che vengono impegnati nella gestione dell’ordine pubblico di questi raduni e che vengono distolti dal controllo del territorio. Coloro che continuano a polemizzare contro questi provvedimenti probabilmente sono gli stessi che, all’indomani di una tragedia, piangerebbero lacrime di coccodrillo. E soprattutto dimenticano che uno Stato democratico, proprio come è indicato nella nostra Costituzione, deve tutelare la salute pubblica e l’incolumità dei propri cittadini. Pone il problema in termini erronei chi afferma che questo provvedimento confligga con l’articolo 17 della Costituzione visto che non è questo il caso poiché nell’articolo 17 si specifica che è diritto dei cittadini riunirsi pacificamente purché non vi siano comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica. Questi raduni, oltre a mettere a rischio l’incolumità di chi vi partecipa – a Modena, ad esempio, era stato organizzato in un capannone pericolante: l’epilogo poteva essere drammatico – si appropriano di strutture private trasformandole in zone extraterritoriali dove lo spaccio di sostanze stupefacenti e l’abuso di alcolici anche da parte di minori sono la regola; non solo: spesso tengono in ostaggio intere zone pregiudicando la vita dei residenti, le attività commerciali e la viabilità. Chiarisco che la norma non verrà applicata anche per le occupazioni nelle scuole e per altri assembramenti. Ci sono già norme contenute nel Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza che da decenni vengono applicate per contemperare il diritto a manifestare e il diritto all’ordine e alla sicurezza pubblica dei cittadini.
‘Nessuna volontà di silenziare il dissenso, ma un doveroso pugno duro ai danni di chi aggira le leggi e organizza raduni illegali mettendo a rischio anche l’incolumità dei partecipanti’, così Giorgia Meloni ha rivendicato con orgoglio la stretta contro i rave party, che prevede la reclusione da 3 a 6 anni e multe da 1.000 a 10mila euro. “È una norma di cui vado fiera perché l’Italia – dopo anni di governi che hanno chinato la testa di fronte all’illegalità – non sarà più maglia nera in tema di sicurezza”, ha dichiarato il presidente del Consiglio.
Il premier è intervenuto con un post sul proprio profilo Facebook, prendendo posizione in seguito alle reazioni furibonde dei partiti dell’opposizione a causa della misura presa contro i rave party abusivi. Il capo del governo ha voluto rassicurare gli italiani, mettendo dunque a tacere le balle che in questi giorni sono arrivate dalla sinistra: “Le strumentalizzazioni sul diritto a manifestare lasciano il tempo che trovano. Non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso”.
Meloni, tra l’altro, ha fatto notare che semmai a negarlo in passato “sono stati proprio coloro” che oggi hanno messo nel mirino i provvedimenti dell’esecutivo, “difendendo di fatto chi invade terreni ed edifici altrui”. Pertanto il presidente del Consiglio ha confermato che il governo non intende fare sconti a chi pensa di trovare nel nostro Paese un posto in cui sguazzare nell’illegalità: “È giusto perseguire coloro che – spesso arrivati da tutta Europa – partecipano ai rave illegali nei quali vengono occupate abusivamente aree private o pubbliche, senza rispettare nessuna norma di sicurezza e, per di più, favorendo spaccio e uso di droghe”.
Meloni ha messo in evidenza che in tal modo lo Stato ha dimostrato di essere presente, di garantire agli italiani di “vivere in una Nazione più sicura e che anche in passato si sarebbero potuti arginare episodi simili”. Infine Meloni ha voluto ringraziare le forze dell’ordine per aver gestito “in modo ordinato e in piena sicurezza” lo sgombero del capannone di Modena. Infatti il tutto è stato affrontato con lucidità e intelligenza da parte degli agenti.
In questi giorni la sinistra si è resa protagonista di deliri vari, sostenendo che il governo vorrebbe sfruttare questa norma per tentare di mettere il bavaglio al dissenso. Per il fronte rosso sarebbero a rischio le forme di disapprovazione nei confronti dell’esecutivo, il cui intento sarebbe quello di silenziare gli oppositori. Nulla di tutto ciò: non è un attacco alla libertà personale, ma uno schiaffo all’illegalità e allo sballo incontrollato.
La sinistra non smette di stupire. Già aveva esposto critiche contro il ministro Matteo Piantedosi e ora alza la voce per mettere il bastone tra le ruote a un provvedimento che punisce i rave party abusivi. Non poteva mancare l’intervento degli artisti, dei volti noti che sono scesi in campo esprimendosi sul tema. Ovviamente contestando il decreto.
“Le strumentalizzazioni sul diritto a manifestare lasciano il tempo che trovano, ma vorrei rassicurare i cittadini che non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso”, scrive Giorgia Meloni su Facebook.
“La norma tutela i beni giuridici dell’incolumità e della salute pubblica, nel momento in cui questi beni sono esposti ad un pericolo”. Cosi’ il ministro della giustizia, Carlo Nordio, in merito al provvedimento emanato in relazione ai raduni rave. Il guardasigilli poi sottolinea: “Essa non incide, né potrebbe incidere minimamente sui sacrosanti diritti della libera espressione del pensiero e della libera riunione, quale che sia il numero dei partecipanti”. Il ministro Nordio quindi spiega: “La sua formulazione complessa è sottoposta al vaglio del Parlamento, al quale è devoluta la funzione di approvarla o modificarla secondo le sue intenzioni sovrane”.
Sull’argomento è intervenuto anche il deputato Fdl Federico Mollicone. “Questa norma può essere applicata giustamente ai palazzi occupati pubblici o privati come accade a Roma, capitale d’Italia del sindaco Gualtieri, penso al centro storico, all’Esquilino, dove c’è lo Spin Lab, dove facevano le feste di Capodanno a pagamento, per lucro, senza misure di sicurezza, tre piani sotto terra”, ha detto a La7.
I video in cui si documenta quella piazza di spaccio a cielo aperto, aperta e fortunatamente chiusa dal governo a Modena, sono tantissimi in rete, ma evidentemente i leader della sinistra fanno finta di non averli visti e di non aver ascoltato le confessione degli stessi ragazzi arrivati nel magazzino “occupato” per farsi di alcol e stupefacenti, con la scusa della musica.
“Il Governo ritiri il primo comma dell’art434bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c’entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione”, twitta il segretario del Pd Enrico Letta. Gli fa eco Deborah Serracchiani. “L’inflazione al 12%, povertà e disuguaglianze in aumento, bollette alle stelle, ma la priorità del governo Meloni è l’introduzione di una norma che limita la libertà di riunione e che nulla c’entra con i rave, per i quali le norme già esistono e vanno applicate. Il nuovo reato è un obbrobrio giuridico ed è lesivo dei principi costituzionali, a cominciare dallo strumento del decreto legge”, dice la capogruppo Pd alla Camera.
Dal governo, però, non c’è nessuna intenzione di mettere in discussione quella norma varata dopo i fatti di Modena, fortunatamente conclusisi senza violenza e scontri grazie all’abilità del ministro Piantedosi nella gestione dello sgombero della palazzina occupata da migliaia di giovani in arrivo da tutta Europa, visto che in altri Paesi i “rave party” sono vietati.
“La norma anti-rave illegali interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l’incolumità pubbliche. Una norma che non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle Istituzioni”, fa sapere il Viminale.
“Un Pd ormai in confusione totale difende illegalità e rave party abusivi, chiedendo al governo di cambiare idea. No! Indietro non si torna, le leggi finalmente si rispettano”, scrive su Twitter il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, replicando a Enrico Letta.
Un video sulle modalità di svolgimento del “rave”, tra droga e illegalità