Il re Felipe di Spagna parla alla Nazione dopo il referendum per l’indipendenza della Catalogna. Punta il dito contro la Generalitat della Catalogna ma non fa nessun riferimento alle violenze della polizia spagnola ai seggi. Nel suo discorso alla Nazione ha accusato il governo autonomo di una slealtà intollerabile e di una condotta irresponsabile. Si è messo al margine del diritto e della democrazia, hanno voluto spezzare l’unità della Spagna, ha detto il sovrano.
Un discorso breve e duro che non contribuirà a far crescere la popolarità del re in Catalogna, terra dalle radici ancora repubblicane. E’ stato accolto da molti catalani, ancora in piazza al termine della giornata di sciopero generale, con una ‘cacerolada’ di protesta: e cioè sbattendo padelle e tegami. Per il sindaco di Barcellona quelle del re sono parole irresponsabili e indegne di un capo di stato.
Carles Puigdemont prova prima la linea del dialogo, spiegando che è il momento di una mediazione internazionale, salvo poi annunciare alla Bbc che la dichiarazione di indipendenza arriverà comunque e arriverà ‘a giorni’.
Intanto l’Onu chiede al governo di Madrid di aprire un’inchiesta sulle violenze ai seggi e il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, invita tutti gli attori rilevanti di muoversi rapidamente dallo scontro verso il dialogo.
Migliaia di persone si sono concentrate pacificamente a Barcellona davanti al commissariato della Policia Nacional spagnola in Via Laietana per protestare contro le brutalità di domenica contro i seggi. La folla ha chiesto la partenza delle ‘forze straniere’ dalla Catalogna e cantato l’inno catalano Els Segadors. Diverse altre manifestazioni sono in corso in tutta la Catalogna.
Josep Lluis Trapero, il capo dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, è stato convocato in tribunale con l’accusa di sedizione per non essere intervenuto per controllare nei giorni scorsi una manifestazione di fronte al Dipartimento dell’economia a Barcellona. Secondo la Vanguardia online, Trapero rischia tra i quattro e gli otto anni di carcere.