Recovery e Draghi: ‘La mia governance e le mie riforme’

Un piano in 318 pagine con l’indicazione di obiettivi, missioni, priorità trasversali e riforme che lo accompagneranno: è la bozza del Recovery Plan italiano.  Il Piano “comprende un ambizioso progetto di riforme” con “quattro importanti riforme di contesto – p.a, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza”.

Ci sono poi la “modernizzazione del mercato del lavoro; il rafforzamento della concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi” e la riforma del fisco, anche in chiave ambientale.

L’impatto sul Pil del Piano nazionale di ripresa e resilienza legato al Recovery sarà nel 2026 “di almeno 3,6 per cento più alto rispetto all’andamento tendenziale”.

Il Pnrr è parte di una più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento del Paese. Il governo intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile; ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute. L’Italia deve combinare immaginazione e creatività a capacità progettuale e concretezza. Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale”.

L’Italia – spiega il premier – deve modernizzare la sua pubblica amministrazione, rafforzare il suo sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla poverta’, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze. Il Ngeu può essere l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni. L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del Ngeu, il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (Rrf) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa (React-Eu). Il solo Rrf garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto”.

L’Italia – continua Draghi – intende inoltre utilizzare appieno la propria capacità di finanziamento tramite i prestiti della Rrf, che per il nostro paese e’ stimata in 122,6 miliardi. Il dispositivo Rrf richiede agli stati membri di presentare un pacchetto di investimenti e riforme – il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Questo piano, che si articola in 6 Missioni e 16 Componenti, beneficia della stretta interlocuzione avvenuta in questi mesi con il Parlamento e con la Commissione europea, sulla base del Regolamento Rrf.

Le sei missioni del Piano sono: “digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Il Piano è in piena coerenza con i sei pilastri del Ngeu e soddisfa i parametri fissati dai regolamenti europei, con una quota di progetti `verdi’ pari al 38 per cento del totale e di progetti digitali del 25 per cento. Il 40 per cento circa delle risorse del Piano sono destinate al Mezzogiorno, a testimonianza dell’attenzione al tema del riequilibrio territoriale”.

Il presidente del Consiglio sottolinea inoltre che “il governo ha predisposto uno schema di governance del Piano che prevede una struttura di coordinamento centrale presso il ministero dell’Economia.

Questa struttura supervisiona l’attuazione del piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione europea, invio che è subordinato al raggiungimento degli obiettivi previsti. Accanto a questa struttura di coordinamento, agiscono una struttura di valutazione e una struttura di controllo. L’Italia – conclude Draghi – deve combinare immaginazione e creativita’ a capacità progettuale e concretezza. Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale.

Aumentare di 228mila posti l’offerta per la prima infanzia, di cui “152.000 per i bambini 0-3 anni e circa 76.000 per la fascia 3-6 anni”. E poi la “costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di circa 1.000” scuole per spingere il tempo pieno. Sono alcuni degli investimenti contenuti nella missione istruzione alla componente “aumento dell’offerta di servizi”, che ha a disposizione complessivamente 19,88 miliardi. Tra le voci anche la costruzione o l’adeguamento strutturale di “circa 900 edifici da destinare a palestre o strutture sportive” anche per contrastare la dispersione scolastica.

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