L’anno nuovo porta con sé cattive notizie per molti dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Finito il 2019, infatti, le autorità hanno deciso di non concedere seconde opportunità ai “furbetti” che sperano di continuare ad ottenere il sussidio economico senza impegnarsi concretamente nella ricerca attiva di un lavoro.
A partire da gennaio 2019 sono più di 100mila le persone che rischiano di perdere il diritto alla fruizione del Reddito di Cittadinanza. Chi al momento percepisce questo aiuto da parte dello stato, come i ben informati sapranno, ha il dovere di presentarsi alle convocazioni dei Centri per l’Impiego e di avviare – sotto la guida dei Navigator – il proprio percorso di inserimento lavorativo. Ad oggi, però, sono 91mila quelli che hanno disertato gli appuntamenti. Questo vuol dire che, come prevede la legge, le loro card potrebbero essere disattivate, e proprio a partire dall’anno nuovo.
Fino ad ora infatti, dovendo fare i conti con le prime falle del sistema e le successive complicazioni (come le assunzioni dei Navigator avvenute fuori tempo massimo e le chiamate per la sottoscrizione dei patti di servizio arrivate in ritardo), si è pensato bene di considerare questo primo anno come usa sorta di periodo di prova, essenziale per individuare le cose che non vanno e poi ripartire.
Dal prossimo anno, come annunciato, le cose cambieranno e i controlli si faranno più serrati e meno “morbidi”. Per questo motivo, già a inizio 2020, le verifiche non risparmieranno nessuno, specie le 91mila persone che non hanno risposto alla seconda chiamata di convocazione dei Centri per l’Impiego (la prima infatti è tollerata, la seconda comporta la sospensione del beneficio, mentre alla terza si perde completamente il diritto alla fruizione).
A queste persone, inoltre, si aggiungono i 15mila percettori segnalati all’Inps poiché considerati sospetti. Si tratta in pratica di soggetti che sono risultati privi dei requisiti richiesti per ottenere il Reddito di Cittadinanza e che, per questo motivo, finiranno sotto la lente di ingrandimento delle autorità preposte. A conti fatti, come abbiamo visto, sono 106mila i percettori del RdC che rischiano di perdere il sussidio.
In questi mesi sono stati convocati presso i Centri per l’Impiego ben 442mila persone. Tra questi ci sono anche non solo i fruitori del Reddito di Cittadinanza ma anche i familiari a loro carico che, per legge, sono tenuti ad iniziare un percorso di inserimento lavorativo volto a migliorare le condizioni economiche e sociali del nucleo familiare di cui fanno parte.
Ricordiamo che nel 2020 rimangono esenti da tale obbligo i beneficiari della pensione di cittadinanza, quelli che ricevono il sussidio ma hanno un’età uguale o superiore a 65 anni, i membri della famiglia con disabilità, e coloro i quali hanno figli con meno di 3 anni o familiari con disabilità grave o non autosufficienti da assistere, nonché chi frequenta corsi di formazione.