Il vicepremier Luigi di Maio in una immagine del 17 dicembre 2018. ANSA/MATTEO BAZZI

Reddito di cittadinanza, platea di 4,9 mln persone, pari a 1,7 mln di famiglie

 La platea di beneficiari del reddito di cittadinanza sarà di 4.916.786 persone, pari a 1,73 milioni di nuclei familiari. Lo si legge nell’ultima bozza della relazione di accompagnamento all’atteso decreto sul reddito di cittadinanza.

I beneficiari del reddito di cittadinanza dovranno accettare un’offerta di lavoro su tutto il territorio nazionale dopo 18 mesi di fruizione del sostegno. Lo si legge nell’ultima bozza di relazione di accompagnamento alle misure che saranno inserite nel decreto atteso a giorni. Nelle bozze visionate in precedenza, il limite era di 12 mesi. Dunque, nei primi sei mesi di fruizione del reddito va accettata un’offerta entro 100 chilometri dalla residenza, tra il sesto e il diciottesimo mese entro 250 chilometri ed oltre il diciottesimo mese, nel caso in famiglia non ci siano minori né disabili, ovunque nel territorio italiano.

Chi beneficia del reddito di cittadinanza potrà avere un “incentivo all’imprenditorialità” fino a 4.680 euro (pari a sei mesi di reddito) se avvierà un’attività in proprio. Lo si legge nella relazione di accompagnamento alle misure che il governo dovrebbe varare nei prossimi giorni. Ai beneficiari del reddito di cittadinanza che avviano un’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale entro i primi 12 mesi di fruizione del sostegno, viene specificato, è riconosciuto in un’unica soluzione un beneficio addizionale pari a sei mensilità di reddito nei limiti di 780 euro mensili.

I soggetti che concorrono al programma sono multipli, dai Centri per l’impiego, agli enti di formazione, alle aziende, attraverso percorsi diversi. Il provvedimento così come prevede un ruolo fondamentale per l’Inps nella gestione delle procedure del reddito, assegna ai Centri per l’impiego la responsabilità principale della gestione del patto per il lavoro. Sono quindi stanziati 50 milioni di euro per l’assunzione di personale da assegnare alle strutture dell’Inps, vengono stabilizzati i precari di Anpal servizi con una cifra di un milione di euro e soprattutto vengono destinati 250 milioni di euro in due anni per l’assunzione dei navigator, quella sorta di tutori che dovrebbero accompagnare chi ha aderito al Patto per il lavoro nel suo cammino fino al collocamento. I dettagli sui numeri non sono ancora ufficiali, ma nei giorni scorsi il superconsulente di Luigi Di Maio e nuovo presidente Anpal, Mimmo Parisi, auspicava di arrivare con il tempo fino a 10mila unità anche se gradualmente. Il numero si dovrebbe intanto fermare per ora a qualche migliaio di persone (si parla di 4 mila) con un meccanismo premiale nella retribuzione. In dettaglio da aprile il beneficiario del reddito di cittadinanza, dopo averne fatto richiesta alle Poste, ai Caf o per via telematica stipula il suo Patto per il lavoro. Da questo momento entra nel circuito e da qui scatta l’obbligo di accettare almeno una di tre offerte adeguate: la velocità è direttamente proporzionale alla vicinanza. Se non si accetta un’occupazione entro 6 mesi nel raggio di 100 chilometri, il limite si sposta a 250 km per arrivare dopo un anno all’intero territorio nazionale. Per il 2019 è prevista anche la formula dell’ assegno di ricollocazione che può essere speso presso Centri per l’impiego e Agenzie per il lavoro. Anche le aziende potranno accedere al programma offrendo lavoro o formazione. Il meccanismo non è ancora del tutto definito ma in pratica quando il provvedimento sarà a regime il beneficiario si rivolgerà al primo degli interlocutori che gli offrirà lavoro o formazione. Parola magica, sulla quale si punta molto nel Patto per il Lavoro per tutti i soggetti che vi partecipano è ‘incentivo’: un lavoratore collocato vorrà infatti dire soldi per le aziende, per le agenzie per il lavoro che li hanno collocati, per gli enti di formazione se li hanno formati gratuitamente, premio per i navigator. Questi ultimi riceveranno una cifra pari a un quinto del reddito di cittadinanza del disoccupato. Le aziende ed i datori di lavoro però dovranno essere in regola e non avere avuto negli ultimi 3 anni sanzioni per irregolarità contributive e condizioni di lavoro. Per i beneficiari infine un’ultima clausola che ha provocato perplessità da molte parti per la sua somiglianza con i lavori socialmente utili: ovvero l’obbligo “in coerenza con il proprio profilo professionale” di partecipare a progetti utili per la collettività per un massimo di 8 ore a settimana.

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