Reddito di cittadinanza, quando scatta il sequestro del conto corrente

Blocco totale del conto corrente per chi usufruisce del Reddito di cittadinanza senza averne i requisiti. È quanto riporta una sentenza della Cassazione che stabilisce la legittimità del sequestro del conto corrente per quanti usufruiscono della misura senza averne diritto.

La Cassazione si è occupata del caso di una donna che aveva presentato ricorso contro il sequestro del suo conto corrente, poiché aveva percepito il Reddito di cittadinanza pur avendo un reddito da lavoro dipendente.

I giudici non solo hanno respinto il ricorso della donna ma hanno anche ribadito che devono essere confiscate le somme a credito erogate dall’Inps ed incassate indebitamente. Inoltre, si legge nella sentenza, è stato escluso che la donna non fosse al corrente dell’obbligo di dichiarare la variazione del suo reddito: in pratica, se prima prendeva il sussidio legittimamente perché in possesso dei requisiti, nel momento in cui ha iniziato a incassare anche un reddito da lavoro dipendente che prima non c’era avrebbe dovuto comunicarlo all’Inps, in modo che l’Istituto valutasse se la donna aveva ancora diritto o meno al Reddito di cittadinanza.

“Qualora il profitto derivante dal reato sia costituito da denaro”, spiega la Cassazione, la confisca viene eseguita, in ragione della natura del bene, mediante l’ablazione del denaro comunque rinvenuto nel patrimonio del soggetto fino alla concorrenza del valore del profitto medesimo e deve essere qualificato come confisca diretta e non per equivalente”.

Gli esperti ricordano inoltre come il testo della bozza di Manovra 2022 approvato dal Governo prevede la decadenza dal Rdc dopo il rifiuto di due proposte di lavoro congrue.

Verrà tolto il Reddito di cittadinanza anche a chi non si presenterà ogni mese senza giustificato motivo presso un Centro per l’impiego. Sarà considerata “congrua” l’offerta di lavoro che prevede un impiego a non più di 80 km dal luogo di residenza oppure in un posto che si raggiunge in 100 minuti con i mezzi pubblici.
Infine, dalla seconda offerta salta il vincolo territoriale, il che significa che per la prima volta si tiene conto dei parametri sopra indicati mentre per la seconda l’offerta si ritiene congrua in tutto il territorio nazionale. La terza offerta non ci sarà: rifiutata la seconda, addio al reddito di cittadinanza. Dopo il primo rifiuto, l’assegno calerà di 5 euro ogni mese.

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