Il Reddito di cittadinanza resiste con qualche “ritocco” per renderlo più efficiente ed inclusivo. Le nuove norme previste dalla Manovra non eliminano completamente l’effetto disincentivo a lavorare, ma quanto meno riescono a correggere la traiettoria di una misura pensata per le famiglie più disagiate e come accompagnamento al lavoro. Ma quando può arrivare a prendere una famiglia con figli?
Reddito a 1540 euro per famiglie numerose
Fra le proposte di revisione formulate dal Comitato scientifico istituito ad hoc c’è anche una revisione della scala di equivalenza, che andrebbe a penalizzare i single e favorire le famiglie numerose e/o con disabili. La soglia massima per una famiglia numerosa passerebbe da 2,1 a 2,8, per arrivare a 2,9 se ci sono disabili. Per ciascun minore la scala di equivalenza passerebbe da 0,2 a 0,4.
Cosa significa questo in soldoni? Un single potrebbe percepire al massimo 450 euro, mentre l’assegno per una famiglia numerosa con figli potrebbe arrivare a 1.540 euro. Vediamo i casi:
single senza figli il reddito annuale passerebbe da 6.000 a 5.400 euro pari ad un assegno mensile che scende da 500 a 450 euro;
famiglia con due genitori e 4 figli arriverebbe a percepire il beneficio massimo pari a 15.120 euro l’anno pwer una scala di equivalenza pari a 3, cui si aggiungerebbe anche il contributo per l’affitto di 3.360 euro l’anno per un reddito totale di 18.480 euro l’anno pari a 1,540 euro di assegno mensile.
Confermato decalage assegno
Il Governo ha anche confermato il meccanismo del “decalage” dell’assegno nel caso in cui venga rifiutata la prima offerta di lavoro “congrua”.
E’ passata dunque la linea prudenziale che non aggancia in modo automatico il decalage al tempo (ad esempio passati tre mesi) ma lo mette in relazione co un rifiuto di una proposta di lavoro e stabilisce che questa debba essere “congrua” e non simbolica.
Resta il solito problema dei redditi cittadinanza illecitamente percepiti.
Luisa, che di professione fa la escort, è l’ultima destinataria “sui generis” del Reddito di cittadinanza che un servizio di Controcorrente manda in onda su Rete 4. Un caso davvero strano, quello presentato da Veronica Gentili nel corso della trasmissione che conduce, che pone ulteriori interrogativi sulla controversa misura assistenziale voluta dai grillini e reiterata (oltre che rifinanziata) dal governo in carica. Dunque, alla lista delle indebite concessioni del Reddito di cittadinanza mancano giusto alcune categorie sociali e professionali. Ebbene ieri, il servizio trasmesso dal talk Mediaset ha parzialmente colmato la lacuna.
Una intervista in incognito, quella resa dalla escort, che si nega alla telecamera ma, in compenso, spiega con dovizia di particolari tempi e motivazioni della richiesta del Rdc di cui, si evince chiaramente dalle stesse ammissioni della donna, al momento potrebbe anche fare a meno. Infatti, spiega a stretto giro, a fronte dei circa 9000 euro al mese che, quantifica la stessa escort, riesce a guadagnare con il suo lavoro, il contributo del sussidio di Stato oggi serve giusto a fare la spesa. A differenza di prima, prosegue sempre Luisa, quando «con il Covid e i conseguenti lockdown, il nostro settore ha avuto difficoltà a lavorare». E lei stessa, aggiunge, ha «evitato di ricevere persone in casa», tanto da aver «guadagnato zero»…
E così, ha optato per la richiesta del Reddito di cittadinanza. «Prima del lockdown guadagnavo 9-10 mila euro al mese. Con il reddito mi arrivano i classici 500 euro al mese che con la mia professione li ottengo lavorando due ore e mezzo»…
Una beffa, insomma. La stessa su cui hanno puntato gli ultimi mesi di polemiche e recriminazioni culminate nello scontro al tavolo del governo, tra il ministro leghista Giorgetti – che criticando la misura l’ha definita una «beffa». E il grillino Patuanelli che l’ha difesa a spada tratta, oltre ogni ragionevole dubbio. Una soluzione a dir poco controversa, di cui oggi la testimonianza della escort ai microfoni di Rete 4, sottolinea una volta di più incongruenza e lacunosità. Luisa, non a caso, oggi ha ripreso la sua attività. Ed è tornata agli standard di guadagno precedenti la pandemia.
«Un po’ mi sento in colpa a percepire ancora il Rdc – afferma la escort – ma tanto a breve non lo riceverò più». Anche perché in caso di offerta di lavoro declinerò l’invito e perderò il diritto alla riscossione del sussidio.